Sono stufo e indignato, e come me penso la maggioranza degli Italiani, di sentire gli eminenti “parrucconi” economisti della Bocconi, della Sapienza o di altri eccellenti atenei che in tutte le trasmissioni televisivi che trattano a iosa di politica, di crisi finanziaria, di debito pubblico ecc. dicono la propria teoria e spesso in contrasto con quella di un altro economista.
Stranamente però in una teoria sono quasi tutti d’accordo e cioè quella che, per diminuire il debito pubblico e migliorare la situazione economico-finanziaria dello Stato, non servirebbe granché ridurre le spese del Parlamento, delle Presidenze della Repubblica e del Governo, e delle altre maggiori Istituzioni. Né sarebbe conveniente ed opportuna una patrimoniale sui maggiori redditi.
Ebbene, vorrei dire a questi signori ed ai conduttori tv che basterebbe rivedersi una pagina della storia del Regno delle due Sicilie e precisamente quando nel 1830 salì al trono, appena ventenne, Ferdinando II di Borbone, per constatare quanto sia giusto e indispensabile intervenire sugli alti redditi e sugli sprechi della Pubblica Amministrazione.
A causa del mal governo da parte dei suoi predecessori il giovanissimo Re trovò una situazione finanziaria disastrosa con un enorme debito pubblico, oltre ad abusi e ingiustizie nei confronti della povera gente. Chi volesse approfondire questo particolare periodo della storia italiana e come riuscì questo illuminato regnante a risollevare le condizioni dello Stato e della vita del suo popolo può leggere il seguente articolo pubblicato dall’Associazione Culturale Neoborbonica:
http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=4172&Itemid=99
Il nuovo Re programmò di estinguere gradualmente il pesante debito pubblico senza fare ricorso a nuovi tributi ma attraverso una politica di austerità, chiedendo sacrifici solo ai ricchi e alleviando nel contempo le condizioni di vita del popolo.
Le operazioni che egli proclamò già dal giorno successivo a quello della sua incoronazione (8 novembre 1830) furono mirabolanti ed il loro effetto produsse frutti superiori ad ogni aspettativa. Infatti in soli 4 anni azzerò l’ingente debito pubblico e portò il Regno delle due Sicilie ad ulteriori primati internazionali e Napoli ad essere ritenuta la terza (dopo Londra e Parigi) tra le più importanti capitali del mondo.
Le principali operazioni riguardarono:
– Introduzione di una ritenuta proporzionale sugli stipendi (alti) degli impiegati dello Stato e sulle le pensioni (oggi VIP, dirigenti della P.A., società partecipate e di aziende private);
– Riduzione alla metà dello stipendio dei ministri (oggi anche dei parlamentari e consiglieri regionali);
– Riduzione alla metà dei bilanci della Guerra e della Marina (oggi della Difesa);
– Massiccia riduzione dell’appannaggio al Re e alla Corte (oggi Presidente della Repubblica e Quirinale);
– Abolizione presso la Corte di lacchè e cortigiani vari;
– Riduzione all’indispensabile di cavalli e carrozze (oggi auto blu). Ecc. ecc.
Morale: cervello e buon senso si possono avere anche a vent’anni, o non averne anche a 50 o 60 anni. Pertanto non diciamo che Renzi ed i suoi Ministri non hanno l’età. Diamogli fiducia e incitiamoli a fare con coraggio, equità e buon senso.
Martino Pirone
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