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Attualità

EX CASERMA, UN NUOVO RUOLO

MICHELA BARZI - 07/03/2014

Piazza Repubblica, oggi

C’è un aspetto paradigmatico del modo di affrontare la riqualificazione delle aree dismesse che riguarda l’ex caserma Garibaldi, ed è il suo essere da vent’anni al centro di una serie di progetti che coinvolgono una porzione importante del centro cittadino senza alcuna relazione con le strategie complessive di trasformazione urbana.

Immaginato dapprima come sede dell’Università nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, l’edificio oggi pericolante è al centro di un controverso progetto di riqualificazione promosso dal Comune, che l’ha acquisito nel 2009. L’enorme volume dovrebbe diventare l’oggetto di uno scambio edilizio con il teatro che sta sull’altro lato della piazza, a sua volta realizzato nell’ambito di un precedente intervento di riqualificazione dell’area realizzato a fine anni ’80.

La domanda che sorge spontanea è: perché spostare un teatro esistente e funzionante dentro un edificio pericolante che ha anche l’ulteriore gravame di un vincolo apposto dalla Soprintendenza per i beni culturali e paesaggistici? La risposta non è tuttavia complicato darsela se si va a vedere cosa è stato realizzato con il precedente intervento di riqualificazione. Quel teatro è sorto come edificio temporaneo su di una superficie rimasta vuota a seguito della radicale trasformazione della piazza che, di fatto, è diventata la copertura di un posteggio interrato multipiano a servizio di uno shopping mall. In pratica un centro commerciale con gli effetti connessi alla mobilità urbana è stato piazzato nel mezzo del centro cittadino, con la prevedibilissima conseguenza di un incremento del traffico veicolare dentro l’area urbana centrale.

Un ostacolo insormontabile per tutti i progetti di pedonalizzazione e limitazione dell’accesso delle auto che nel frattempo sono stati realizzati senza un disegno unitario perché si doveva lasciare aperto un canale di transito da e per lo shopping mall. Rispetto al resto del centro storico la piazza sulla quale si affacciano l’ex caserma e il nuovo teatro è rimasta una sorta di isola di ripartizione del traffico in entrata e in uscita dal grande parcheggio che ovviamente attrae veicoli anche solo per la semplice ragione che lì un posto per posteggiare l’auto si è sicuri di trovarlo. E non c’è come separare un’area dal suo contesto, facendola attraversare dal traffico automobilistico, per renderla un luogo negletto, dalla quale allontanarsi il prima possibile per raggiungere destinazioni più confortevoli, come lo shopping mall o le via pedonalizzate del centro cittadino che in fondo altro non sono che un’estensione del concetto a cielo aperto.

Ecco allora spiegato il ruolo chiave che l’ex caserma potrebbe giocare nella riqualificazione di un’area penalizzata dalle conseguenze della realizzazione di un progetto sbagliato, del quale però difficilmente si riuscirà a eliminare l’errore di fondo, a meno di rivedere completamente il paradigma della mobilità cittadina. Detto in soldoni vuol dire avere il coraggio di mettere al centro di qualsiasi progetto futuro un ripensamento radicale della gestione dei flussi di traffico che lì convergono.

Ma è possibile tramutare una scelta sbagliata in qualcosa di utile alla costruzione di scenari diversi per la mobilità urbana? Forse sì e in fondo il pericolo di crollo di un’ala dell’ex caserma sul lato della piazza dal quale confluisce il maggior numero di auto dirette al posteggio costituisce un buon pretesto per una sperimentazione di un suo diverso ruolo. Perché, ad esempio, non farlo diventare luogo di sosta intermodale di raccordo con il trasporto pubblico locale, visto che si trova a poche centinaia di metri da una delle due stazioni ferroviarie cittadine? E considerato che sull’area delle due stazioni insiste un altro grosso progetto di riqualificazione urbana, perché non far diventare il recupero dell’ex caserma il fulcro delle scelte strategiche per il centro della città nel suo complesso, a partire da un ruolo più decisivo di altre forme di mobilità oltre la centralità dell’auto individuale?

La Regione Lombardia, per bocca del suo presidente, ha stabilito di stanziare quindici milioni di euro sul progetto di riqualificazione dell’ex caserma di Varese e della piazza adiacente e questa disponibilità è servita all’amministrazione comunale come certificazione della bontà del suo progetto di trasferimento del teatro.

Il problema vero però non è la costruzione di una attrezzatura culturale, eventualmente migliorata rispetto a quella esistente, ma la quantità di nuova edilizia che sarà realizzata al posto dell’attuale teatro. Come sempre il nocciolo della questione è volumetrica e non strategica, e dall’altra parte se la logica con la quale si promuovono le trasformazioni urbane è quella di nascondersi dietro il project financing presumendone la bontà a prescindere, i volumi edilizi finiscono per essere l’unico argomento in campo. Bisognerebbe che da parte dell’amministrazione comunale venisse però anche qualche idea sulla città nel suo complesso e sul ruolo che quell’area può avere a questo riguardo, perché lo capisce anche un bambino che non basta un bel teatro per risolvere i problemi nati da scelte sbagliate fatte un quarto di secolo prima.

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