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Cultura

LA BONTÀ DEL CUORE

VEZIO ZAFFARONI - 28/02/2014

Segnaliamo un’iniziativa di carattere culturale – pastorale. Giovedì 6 marzo alle 21 nella chiesa parrocchiale di san Maurizio in Vedano Olona avverrà la presentazione del libro “La bontà del cuore vince sempre. Mons. Ambrogio Trezzi (1881-1972)” per la casa editrice Centro Ambrosiano e scritto da monsignor Ennio Apeciti, docente di storia della Chiesa presso il seminario di Venegono Inferiore e responsabile dell’Ufficio delle Cause dei santi della diocesi di Milano.

Il testo è una biografia di don Ambrogio Trezzi storico e amato parroco di Vedano Olona dal 1928 al 1968, paese che egli amò con il cuore di un vero pastore che, per usare una felice espressione di Papa Francesco, “portava l’odore delle sue pecore” per le quali si spese fino alla fine raccogliendo l’immensa gratitudine da parte dei suoi parrocchiani testimoniata dalla grande folla presente ai suoi funerali a fine novembre del 1972.

Don Ambrogio fu mandato a Vedano nel 1927 come vicario provvisorio con il difficile compito di pacificare la popolazione esasperata e divisa da lotte politiche che vedeva da una parte il gruppo fascista locale e dall’altra l’ambiente cattolico legato alla parrocchia. In precedenza un fatto increscioso, provocato ad arte dai fascisti, fu addossato alla responsabilità del parroco don Pietro De Maddalena e del coadiutore don Luigi Monza (fondatore delle Piccole Apostole della carità, ora beato) che furono costretti a lasciare Vedano mentre la chiesa parrocchiale veniva chiusa al culto. Don Ambrogio, con la sua bonaria diplomazia, con il suo sorriso e con qualche compromesso o smussatura di punti spigolosi riuscì a normalizzare la situazione civile e religiosa; nel 1928 ne divenne ufficialmente parroco.

In quarant’anni di ministero vasta e a 360 gradi fu l’attività pastorale di don Ambrogio: a lui si devono la prima casa, proprio a Vedano Olona, de “La Nostra Famiglia” dove cominciarono ad operare le prime Piccole Apostole della Carità l’Istituto secolare fondato dal beato don Luigi Monza, l’Oratorio, le prime case popolari e la fondazione di tante associazioni ma soprattutto l’attenzione alle problematiche quotidiane dei suoi parrocchiani, in particolare nel periodo della ricostruzione post-bellica. Non disdegnava a “farsi in quattro” pur di risolvere una situazione e , se era necessario, si sobbarcava anche viaggi nelle “stanze vaticane” per chiedere un consiglio, un aiuto. Ricordiamo che ancor prima, da giovane sacerdote a Venegono Inferiore, si prodigò e con il suo intervento si ottenne la costruzione del Seminario Arcivescovile sul colle Belvedere.

Il testo che verrà presentato ripercorre la lunga vita di un protagonista della vita ambrosiana del tempo, amico di santi o beati, dal card. Schuster al beato Luigi Monza al beato e imminente santo Giovanni XXIII col quale ebbe frequenti e amichevoli rapporti fino al prossimo beato Paolo VI. Celebre fu la sua frase detta a Paolo VI nel pieno della discussione conciliare: “Santità, si ricordi che i parroci sono la spina dorsale della Chiesa”. Nel 1958 Pio XII, poco prima di morire, gli conferì il titolo di Monsignore. L’autore ha ricostruito con dovizia di particolari, attingendo dagli archivi diocesani e parrocchiali le vicende biografiche di monsignor Trezzi delineando la figura di un sacerdote buono e operoso all’interno del complesso della storia sociale e religiosa italiana e focalizzando la sua spiritualità grazie al ritrovamento di sue lettere e omelie.

Ne emerge un modello di pastore sempre impegnato per la crescita spirituale e civile del suo popolo

un uomo che fece della bontà e mansuetudine un suo tratto caratteristico e per questo fu “padre” di tutti, anche dei non credenti, perché la bontà non ha confini politici, ideologici ma è universalmente conquistatrice.

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