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Cultura

DA OMERO A TOLKIEN, LA SCOPERTA DEL PADRE

ANNALISA MOTTA - 20/02/2014

Dove sono i padri, oggi? Quanta fragilità in troppi adulti, che stentano a prendere sulle spalle la responsabilità di se stessi e di una compagna, figuriamoci di figlio che ha bisogno di loro come dell’aria per respirare… Ma non è impossibile “imparare” a essere padri, e pur nei limiti e con tutti gli errori e gli inciampi, incamminarsi sulla via della paternità vera: compito arduo e richiesto, sempre più spesso, ad ogni educatore, sia con i propri che con gli altrui figli.

Tanti gli aiuti, per chi è disposto ad accettarli:la Fondazione PatriziaNidoli, da anni attiva sul fronte della famiglia e della difesa dei minori, fa arrivare a Varese una mostra proprio sul tema della paternità, che dopo aver girato scuole e centri culturali in tutta Italia, viene ospitata presso il Salone Estense dal 24 al 27 febbraio. La mostra ha un titolo “importante”, come ambizioso è il percorso che i venti pannelli, realizzati dalla Fraternità Sacerdotale San Carlo Borromeo, conducono il visitatore attraverso i grandi della letteratura di ogni tempo: “Nessuno genera se non è generato. Alla scoperta del padre in Omero, Dante, Tolkien”.

“La mostra – spiega la dottoressa Irene Chiesa, psicologa e attuale responsabile del Servizio Adozioni della Nidoli – è inserita nel più ampio progetto Una sfida educativa che genera, che abbiamo pensato per accompagnare e rilanciare la famiglia come fattore educativo nella società. In particolare abbiamo puntato l’attenzione sul tema della paternità, a fronte della crisi che vediamo sul compito e sul ruolo educativo proprio del padre”.

In realtà, il cammino che la mostra invita a fare parte dalla figura del figlio, dall’accorgersi di essere necessariamente generati da un padre e da una madre: è l’accogliere in noi questa coscienza, la chiave per diventare a nostra volta “padri”, fosse anche nei confronti degli amici e dei fratelli. Tutti facciamo l’esperienza di essere figli, a volte con dolore e rabbia, oppure con gioia e riconoscenza, dove momenti di pienezza si alternano a tradimenti e delusioni: ma è questa la nostra imprescindibile origine. E non è solo il padre biologico, di cui ogni uomo ha bisogno, ma di un qualcuno che ci accetti per quel che siamo, e ci accompagni a diventare uomini liberi, capaci di affrontare il mondo. “È proprio questo l’aspetto più fragile che si riscontra nelle famiglie che seguiamo, sia adottive che naturali – sottolineala Chiesa- per questo abbiamo voluto una iniziativa da proporre a tutta la città, a partire dalle scuole, che abbiamo caldamente invitato”.

Che dono immenso un papà – magari burbero – che ci ha insegnato ad andare in bici, ci ha portato a spagoletta, si è commosso al nostro matrimonio. O un adulto che ha riempito la nostalgia di un padre assente, insegnandoci a vivere e perdonandoci colpi di testa e sbagli grossolani. “La paternità – dice l’introduzione alla mostra – è un’esperienza che svela la grandezza e la limitatezza dell’uomo. Laddove non si riconosce un padre, non si diventa padri e dunque pienamente uomini”. E così, da Telemaco alla ricerca di Ulisse, a Dante che seguendo Virgilio ne supera la statura, a Frodo, piccolo eroe della Compagnia dell’Anello, che fidandosi del grande Gandalf arriva a completarne l’opera, seguire i pannelli della mostra ci fa scoprire una possibile meravigliosa avventura: riconoscersi figlio, per poter diventare padre e generare un popolo nuovo.

“Nessuno genera se non è generato” Salone Estense, via Sacco, 5 – Varese, 24 – 27 febbraio

 Orari: da lunedì a mercoledì 9-13 e 14-18; giovedì 9-13

Per approfondire la mostra: “Educare i figli tra sfida e rischio”, incontro con Vincent Nagle, missionario, Parrocchia di Biumo Inferiore, martedì 25 febbraio ore 21.

Info: Fondazione Patrizia Nidoli, 0332 831744

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