È un tesoro ritrovato quasi per caso: non il classico baule di monete e pietre preziose creato dalla fantasia di Robert Louis Stevenson ma un tesoro d’arte composto di quadri, carboncini, schizzi, tavole e cartoni preparatori per il restauro di chiese, nature morte, esercitazioni accademiche, copie dal vero e altro ancora. Lo ha scoperto in solaio Luigi Ceriani, curioso e vivace ottantenne di Induno Olona, mettendo ordine negli effetti familiari della nuora Laura Cassani, pediatra indunese. In occasione dello svuotamento della casa di famiglia in via Previati, trovò il materiale in cattivo stato e lo trasferì nella palazzina liberty dei Ceriani-Cassani in via Alessi per studiarlo con più attenzione; a quel punto il pensionato, con l’hobby del collezionismo e un po’ di tempo libero per indagare, ha fatto la clamorosa scoperta.
“Erano decine di grandi fogli e di cartoncini arrotolati – spiega entusiasta –, li ho puliti, trattati con una spugnetta inumidita nell’acqua e distesi orizzontalmente separandoli con i fogli di giornale e ho inamidato le tele seguendo i consigli di un bravo artigiano del settore. Non è stato difficile scoprire che sono le opere di tre diversi artisti della stessa famiglia. Si tratta di Luigi Faini, nato a Milano nel 1853 e morto nel 1919, autore d’opere di carattere religioso nel Famedio del cimitero monumentale di Milano e in numerose chiese lombarde, piemontesi e svizzere; del figlio Emilio (1878-19…) diplomato alla Reale Accademia di Belle Arti a Milano con menzione onorevole nel 1898 e del genero Carlo Cassani (1882-1956), restauratore con Luigi Migliavacca del teatro alla Scala dopo i bombardamenti del 1943 e decoratore del santuario di San Bernardino a Induno Olona nel1954”.
Tra il materiale scoperto da Ceriani spiccano i fregi di Carlo Cassani per i rifacimenti decorativi alla Scala (esiste una fotografia, pubblicata su internet, che lo ritrae sui ponteggi insieme a Migliavacca) e i cartoni preparatori per il restauro del santuario di San Bernardino. La chiesetta, non lontana dalla parrocchiale di San Giovanni Battista, è utilizzata per le cerimonie domenicali. Vi si celebra in settembre la sagra di Induno Olona con offerte e riti religiosi. Il santuario fu edificato prima del 1567 (l’anno della prima citazione scritta che lo riguarda) e Carlo Borromeo lo visitò durante il viaggio pastorale del 1574. Dall’imponente frontone di gusto rinascimentale si entra nella cappella restaurata da Cassani di cui forse, ora, si potranno ammirare le decorazioni e i disegni preparatori in una mostra.
Insieme ai quadri e ai disegni, Ceriani ha ritrovato un’importante documentazione sulla vita dei tre artisti. Spicca la lettera autografa che il pittore Luigi Faini, allora residente in Ripa Ticinese a Milano, scrisse a un “reverendo committente” elencando i lavori eseguiti nelle chiese dell’Italia settentrionale e altri “conservati a Londra, Parigi e Ginevra”; oppure la lettera che il Migliavacca (1902-1983), già legionario fiumano iscritto alla Fondazione del Vittoriale, indirizzò alla figlia di Cassani nel 1967 chiedendole notizie anagrafiche del nonno Luigi. I cenni biografici servivano per un libro che don Francesco Pietra, parroco di Casarile in provincia di Milano, stava allora scrivendo (e tra le numerose peregrinazioni professionali, il vecchio Faini aveva lavorato anche a Casarile).
L’elenco contenuto nella lettera del Faini svela numerose committenze eseguite nel Canton Ticino, gli affreschi perla Via Crucisdi Bidogno e per il coro e la cappella della Madonna del Sasso a Locarno, i quadri per i padri cappuccini di Lugano, per le suore di Santa Maria a Bellinzona e per varie chiesette della Val Leventina, della Valle Blenio e Val Maggia. Faini dipinse un affresco e due medaglie per il tempio di San Marco a Novara ed eseguì altri lavori per le suore di Santa Maria Bambina in via degli Orti a Milano, nella chiesa di Cassina Ferrara a Saronno e, ancora, lungo le navate dei luoghi di preghiera a Lacchiarella, Locate Varesino, Corbetta, Arluno, Vittuone, Corsico, Serravalle Scrivia, Conzano Monferrato, Bellinzago Novarese, San Marzanotto d’Asti e in numerose altre località: insomma, un artista forse minore ma di rilievo per lo studio delle decorazioni nei luoghi sacri prealpini.
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