Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cara Varese

IL RITORNO DI SGARBI

PIERFAUSTO VEDANI - 20/02/2014

La prima apparizione pubblica di Vittorio Sgarbi a Varese risale ai primi anni del Premio Chiara, il 1990, quando la città, sotto un tendone in piazza Monte Grappa, scopriva con entusiasmo gli incontri con scrittori, libri, librai, critici, cioè il mondo letterario.

Enrico Baj, autorevole pittore contemporaneo, doveva ogni tanto trascurare l’amato studio di Vergiate, fucina delle sue opere più significative, per impegni amichevolmente presi a favore della cultura varesina. E, appunto nella calendarizzazione del programma del premio dedicato allo scrittore luinese, Baj aveva previsto una “ospitata” di Vittorio Sgarbi (vedi foto a lato), personaggio del giorno, di grande caratura, abilissimo provocatore, al punto d’essere capace di avviare scenate clamorose anche se non c’era nessuno a contraddirlo. Come fu in quel tardo pomeriggio con urla, parolacce, invettive contro il sistema Italia della cultura, a Varese in quel momento rappresentato da un incolpevole e atterrito Baj, per di più strappato alle sue composizioni.

La scorsa settimana vedere in piazza Repubblica Vittorio Sgarbi more solito logorroico ma costruttivo e sereno a fianco del sindaco Fontana non è stata però una sorpresa: il critico d’arte da tempo riserva invettive a cretini autentici, mentre le esperienze negative e la saggezza, dovuta ad anni di battaglie, gli permettono di trasformare in servizio la competenza che ha.

Durante un’ispezione alla caserma Garibaldi Sgarbi ha consigliato di rispettare il suo primitivo aspetto esterno per poi procedere all’interno dell’edificio alla realizzazione del teatro. Sgarbi sarà il presidente della commissione che dovrà valutare il progetto dell’intervento.

Quando si potrà avviare i primi passi non si sa perché occorre attendere il nulla osta della Soprintendenza che qui al Nord riesce a essere intelligente mastino a guardia della nostra storia artistica, mentre in altre regioni sembra a volte inascoltata a causa di particolari situazioni ambientali, chiamiamole così.

Da noi in effetti a ignorare la Soprintendenza sembrano, con una certa frequenza, non tanto i privati, ma le istituzioni e non per dar luogo a malaffare, semplicemente per insufficienti conoscenza e avvedutezza. Da anni si discute della sorte dell’edificio della Garibaldi e solo adesso, alla vigilia o quasi di un possibile sbocco realizzativo, ci si deve accorgere di un passaggio importante come il parere dello Stato.

Sembra l’avvio di una delle tante, troppe storiche toppate comunali dell’Era Lombarda, come le funicolari, la perdita dello stesso Premio Chiara e tante altre perle tra le quali eccelle l’urbanistica che ci ha visti grandi in una miopia a danno di uno sviluppo corretto della città. Solo qualche voce saggia, subito soffocata, per esempio c’è stata contro due errori sbalorditivi come la mancata delocalizzazione dei due ospedali cittadini, il Circolo e il Del Ponte. Il loro trasferimento in periferia avrebbe infatti liberato per altre destinazioni, meno aggressive sul tessuto urbano, due grandi aree di un centro abitato oggi al limite dell’asfissia.

Non dimentichiamoci inoltre che la viabilità interna è vitale per una urbanistica di autentica civiltà: se oggi abbiamo la circonvallazione Sud incompiuta e tante strade intasate dal traffico lo dobbiamo a incapacità amministrativa e pure alla mancanza di una forte cultura di contrasto nei confronti dei responsabili della gestione civica. L’arteria prevedeva il collegamento con Casciago e altri intelligenti raccordi realizzati dalla Provincia, possibile con un prolungamento di corso Europa garantito da convenzioni che sono state lasciare scadere. Se guardiamo al passato senza trarne mai lezioni diventeremo la retroguardia della Lombardia, se già non lo siamo. Nemmeno i mass media sono esenti da critiche: possiamo essere stati inadeguati in termini di controlli, stimoli o denunce.

Vero che per noi giornalisti ci sono le indicazioni degli editori, ma è altamente improbabile che da loro ci vengano consigli di aiutini a eventuali De Rege della cosa pubblica.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login