In teoria l’asse della politica sembra essersi spostato di poco. Il pisano Enrico Letta e il fiorentino Matteo Renzi sono entrambi toscani, appartengono allo stesso partito, sono relativamente giovani, hanno un’esperienza politica maturata vicino al mondo cattolico. A questo punto è forse inutile chiedersi perché Renzi si sia sentito in dovere di fare lo sgambetto a Letta: il mondo della politica sembra ormai avere delle regole di cui ai comuni cittadini sfugge il senso e la logica.
Comunque con gli occhiali varesini si può guardare al nuovo Governo con qualche speranza che si metta mano alle vere riforme per il Paese in modo da rendere più facile anche l’avvio della soluzione per i problemi locali.
Ci sono alcuni grandi temi comunque che coinvolgono direttamente il Varesotto e che hanno una rilevanza nazionale.
Al primo posto va messo il tema delle infrastrutture con il grande nodo dell’aeroporto della Malpensa. Il rischio delle incompiute è infatti sotto i nostri occhi. I lavori per l’Arcisate – Stabio sono fermi da mesi in attesa di un parere che cada dall’alto da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica che dovrebbe dare il via libero allo spostamento di qualche tonnellata di terra dallo scavo a poche centinaia di metri di distanza. Salvo poi dover attendere gli esiti degli eventuali ricorsi al Tar, delle deliberazioni delle conferenze di programma, delle approvazioni di sindacati ed enti locali. L’ultima notizia è che i lavori di sbancamento ripartiranno a settembre mentre sul tratto svizzero inizieranno a correre i primi treni per i viaggi di prova: e già, gli svizzeri sono in perfetto orario rispetto all’apertura prevista e concordata per il maggio2015 incoincidenza con l’inaugurazione dell’Expo milanese.
Basterebbe questa vicenda per dimostrare la necessità di un cambio delle regole, di una semplificazione amministrativa, di un superamento della logica del “tutto vietato tranne quanto esplicitamente permesso”.
L’altro grande tema è quello della Malpensa, un aeroporto che doveva e poteva diventare il quarto centro logistico europeo a livello di Londra, Parigi e Francoforte, e che invece vede il suo futuro ancora una volta minacciato dalle scelte del Governo e di Alitalia costretti ad accettare l’offerta degli sceicchi del Golfo pur di tentare l’ennesimo salvataggio della compagnia. Peccato che gli sceicchi pare abbiano posto come condizione un’ulteriore riduzione dell’operatività sullo scalo milanese nell’ambito dei risparmi per riportare almeno in pareggio i conti della compagnia. La grande Malpensa, costata 1,5 miliardi di euro, è ormai il classico caso di miopia strategica di una classe politica intenta a favorire i piccoli interessi locali, interessi che peraltro sono poi i primi ad essere danneggiati.
Un altro fronte aperto è quello dei collegamenti autostradali.La Pedemontanache dovrebbe unire Gallarate a Bergamo rischia infatti di fermarsi a Lomazzo. Il primo tratto è stato in gran parte completato e sarà sicuramente aperto per l’Expo, ma sugli altri tratti c’è nebbia fitta sia per i finanziamenti, sia per la definizione del tracciato. La piccola bretella tra A8 e A9 sarebbe certamente utile per collegare meglio Malpensa alla Svizzera, ma non risolverebbe minimamente i nodi del traffico a Nord di Milano.
Agire e semplificare dovrebbe essere il grande slogan di un governo che voglia affrontare i problemi del paese. Il nostro territorio ha dimostrato di avere grandi potenzialità: l’ultima cosa di cui ha bisogno è qualcuno che metta i bastoni tra le ruote.
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