Quando, molti anni fa, mi presentai a sostenere l’esame di archeologia all’Università Statale di Milano, la docente, appreso che venivo da Varese esclamò “Ah, Varese! Il professor Bertolone…”. L’episodio, pur banale, testimonia della fama di cui godeva lo studioso varesino, nato nel 1911 e scomparso nel 1965 dopo una vita spesa nella ricerca preistorica e non solo del nostro territorio: a lui si devono il riallestimento con criteri allora innovativi dei Musei Civici dopo l’acquisizione di Villa Mirabello da parte del Comune nel 1949, gli scavi all’Isolino Virginia negli anni ’50, la scoperta dei resti del battistero di San Giovanni a Castelseprio (entrambi i siti sono dal 2011 Patrimonio dell’umanità UNESCO), l’organizzazione di mostre e convegni di richiamo internazionale.
Oggi lo si ricorda per un’altra iniziativa di cui ricorre il sessantesimo, la fondazione del Centro Studi Preistorici ed Archeologici nel 1953 e l’avvio delle pubblicazioni – il primo numero porta appunto la data del 1954 – di Sibrium, rivista il cui XXVII volume viene presentato in grande stile al Salone Estense l’8 febbraio con contorno di eventi correlati tra cui un pranzo a tema preistorico.
In verità, a leggere le vicende dei Musei Civici ricostruite anni fa da Laura Basso nel volumetto “Dal museo patrio ai musei civici” scopriamo che i rapporti tra lo studioso e l’istituzione comunale non furono tanto “rose e fiori” come dimostrerebbe il carteggio con l’allora Assessore ai lavori pubblici Camillo Lucchina evidentemente ancorato ad interessi contingenti; da qui la volontà di dar vita ad un organismo “privato” che assecondasse le esigenze di più ampio respiro della ricerca scientifica superando difficoltà gestionali e ostacoli burocratici. Una scelta provvidenziale, considerato che oggi è lo stesso Comune ad affidare tramite convenzione al Centro una vasta serie di iniziative di ricerca, tutela, valorizzazione, divulgazione; tra queste l’incremento della ricca biblioteca specialistica che da pochi anni ha trovato adeguata sede a Villa Mirabello ed è aperta alla consultazione degli studiosi, la gestione della didattica nei musei archeologici, l’apertura stagionale dell’Isolino Virginia e la gestione delle attività di scavo che tuttora continuano. Da ricordare è anche il contributo dato all’allestimento della sezione preistorica e protostorica del Museo di Villa Mirabello e di quello dell’Isolino Virginia.
Una vasta attività, dunque, che trova ampio riscontro nel nuovo numero della rivista edita con il sostegno del Comune, della Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus e della tipografia Selgraph di Cocquio Trevisago: oltre cinquecento pagine, riccamente illustrato (per la prima volta anche a colori), con una nuova sezione “memoria dell’antico” che, come illustrato dalla dottoressa Tassinari in conferenza stampa prova ad allargare la visuale ed a togliere quelle barriere tra “antico” e “moderno” che un tempo non esistevano: l’antico non era appannaggio degli specialisti ma il modello da copiare, la base da cui partire ed impostare la modernità. Un grosso impegno dunque, sottolineato dalla presidente del Centro, Lucina Caramella e dal suo vice, Alfredo Lucioni tanto più se, come nelle intenzioni originarie, la rivista riprenderà la cadenza di uscita annuale.
Il Centro Studi Preistorici ed Archeologici, nonostante il titolo metta un po’ soggezione, è una associazione culturale che si muove nell’ambito locale ma, come tante altre nostre realtà, ha saputo farsi conoscere ed apprezzare più altrove che entro i nostri confini. Lo dimostrano la stessa diffusione della rivista, oggetto sin dall’origine di scambio con istituti, musei ed università internazionali e, oggi, le statistiche di accesso al sito www.cspa-va.it che ne attestano la diffusione sino in Australia. Una maggior attenzione anche da parte nostra non guasterebbe!
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