Lo scorso mese di agosto ho letto su un giornale locale di Varese della scelta della Giunta comunale di nominare un gruppo di lavoro – facente capo agli assessori alla tutela ambientale e alle manutenzioni – che avesse quali compiti quello di occuparsi dello spostamento dell’antenna attualmente esistente alla 13ª Cappella del Sacro Monte presso la stazione di arrivo della funicolare del Campo dei Fiori oggi inattiva; di tutti i tralicci oggi presenti sul grande albergo del Sommaruga nell’area situata sulla cima della montagna varesina, dove è già presente un’antenna dell’esercito che non può essere spostata.
Detto gruppo di lavoro doveva presentare un proprio documento di lavoro – almeno sullo spostamento dell’antenna alla 13ª Cappella – entro sessanta giorni dal suo insediamento, che i giornali locali davano, in quel di agosto, per imminente.
Non avendo poi letto ulteriori articoli sul tema e non avendo ricevuto dagli interessati alcuna risposta, ho chiesto al Comune di Varese di avere ogni informazione sulle iniziative assunte dal gruppo di lavoro e sapere anche da chi esattamente lo stesso era formato.
Sulla nuova sede dell’antenna oggi esistente alla 13ª Cappella, avendo letto come si fosse anche espressa la Commissione paesaggio, ho chiesto invano di poter avere copia del parere. Ho poi anche scritto alla Presidenza della Regione Lombardia per chiedere all’avvocato Maroni se l’antenna da posizionarsi presso la ex stazione della funicolare presso il Campo dei Fiori, possa essere un ostacolo alla riattivazione della funicolare in quel tratto. Progetto la cui attuazione lo stesso presidente aveva proposto di sostenere.
Sia la questione della viabilità di accesso alla montagna varesina sia l’impatto ambientale causato dalle numerose antenne presenti nel Parco sono problemi che è necessario vengano affrontati e risolti in tempi brevi secondo un piano di lungo periodo, da portarsi in avanti con forza e dedizione.
Se veramente si volesse cambiare qualcosa in merito all’accesso alla montagna, sarebbe necessario fuoriuscire dei due discorsi contrapposti: chi è favorevole all’utilizzo dell’auto privata e chi è contrario. Occorre davvero uscire da questa diatriba, ormai senza senso e inconcludente e trovare una soluzione nell’interesse della città, dei suoi abitanti e degli operatori economici. Proponiamo che si parli non solo di mezzi di locomozione, ma di contenuti: perché un turista che proviene dal territorio o fuori da esso deve essere incentivato ad accedere alla montagna varesina?
Va fatto un piano del traffico, collegato con un piano degli eventi. Eventi di qualità che devono rispettare la sacralità dei luoghi e gli altri aspetti vocazionali della montagna varesina: prime di tutto l’eccellenza ambientale e l’alta qualità artistico monumentale. Eventi che devono avere, possibilmente, carattere periodico.
Chi paga? Perché possa farsi tutto questo occorre che la politica chiami a raccolta tutti gli interessati, si stabilisca un piano, si diano dei compiti precisi e, soprattutto, dei tempi di attuazione.
Tra gli interessati ci sono tutti gli attori economici, ma ciascuno deve poter partecipare a un progetto del quale potrebbero gloriarsi tutti i cittadini dell’area, che devono essere informati dai comuni della zona varesina che è bene raccolgano eventuali loro proposte o critiche
Non può più essere solcata la strada, ormai perdente, secondo cui il Comune faccia tutto: progettazione e realizzazione delle opere necessarie. Il Comune dovrà essere cofinanziatore e organizzatore ma soprattutto coinvolgitore dei cittadini. Non ne ha né le forze economiche né quelle progettuali per agire solo in via esclusiva.
Il citato piano del traffico occorre faccia una valutazione dei mezzi disponibili per la movimentazione delle persone. Occorre che poi si faccia una differenziazione, evento per evento. Ritengo che la funicolare debba essere il mezzo principe per poter risalire la montagna varesina (potendo così funzionare ed essere economicamente una iniziativa in attivo).
La prima occasione di incontro con i cittadini per il progetto, per cui c’è stata la “gratuità” della funicolare, ha visto la partecipazione di quasi cinquecento persone. Certamente, non ci deve essere la contemporanea concorrenza degli autobus. Il prezzo deve essere più contenuto. Ci deve essere un collegamento con la città, senza le attuali rotture di carico. Deve essere fatto un altro piano di movimentazione degli utilizzatori delle funicolari una volta arrivati alla stazione di arrivo.
L’attuale politica dei parcheggi pare, secondo me, essere un retaggio dell’azione politica degli ultimi dieci anni: automatica, inconcludente e distruttiva. Basta fare buche, come se da sole risolvessero i problemi che assillano. Ci vuole intraprendenza politica, apertura al territorio, visione e di lungo periodo.
L’ho già detto, da vera e propria inascoltata Cassandra, in tempi non sospetti, al direttivo del Parco naturale del Campo dei Fiori, dopo il – secondo me – miope voto favorevole del Consiglio comunale di Varese: alla base della riattivazione della funicolare non doveva esserci solo una votazione in sede politica. Questa doveva essere preceduta da un piano trasporti e da, almeno, una campagna di affezione rivolta ai Comuni, di seguito ai cittadini dell’area varesina e oltre perché vi fosse una aspettativa popolare sulla necessità di quest’opera che era opportuno fare per ottenere il golden della montagna varesina del Parco del Campo dei fiori.
Così non è stato e di ciò si sono viste le conseguenze negative e dolorose economicamente. Neppure c’è stata la completa unanimità della politica varesina che quest’opera avrebbe richiesto perché il Comune di Varese avrebbe dovuto rapportarsi verso i comuni vicini e verso la società civile.
Serviva una particolare forza. Ora fare così è necessario per riattivare il tratto della funicolare verso il Campo dei Fiori e/o per cercare di non gettare ulteriori soldi per la funicolare verso Santa Maria del Monte. Vanno coinvolti i Comuni e i cittadini dell’area varesina, le forze economiche e sociali. Tutti devono sentirsi parte di un progetto comune ed esprimere una propria opinione. Solo un progetto condiviso di ampio respiro e a vantaggio di un ampio territorio, può essere vincente e rivoluzionario. Solo un piano con queste caratteristiche può partecipare, ambiziosamente, a più bandi di concorso, sia nazionali che internazionali, per il suo finanziamento.
Si cominci, per esempio, a lavorare tutti insieme ai bandi Cariplo, ovvero ai bandi che annualmente vengono promossi per valorizzare i siti Unesco. Faccia operare il Comune di Varese l’associazione Varese Europea cui è associato, con un mandato forte e deciso.
Ho appoggiato, fiducioso, il sindaco Fontana, senza se e senza ma, quando ha proposto di allestire culturalmente con opere di arte contemporanea la via Monte Tre croci, opere di artisti capaci di magnificare i particolari di un territorio – il nostro – pieno di scorci di alto valore, sotto la guida, esperta e dotta, di Giuseppe Panza di Biumo. Ho pienamente condiviso la sua scelta e appellato quali miopi coloro che si sono dimostrati contrari, a questo progetto, per partito preso.
La attuale mostra a Villa Panza dell’opera degli importanti artisti americani James Turrell e James Irwin, di grande spessore e alta suggestione, è l’esempio di quanto Panza aveva proposto per la via Monte Tre Croci.
Credo, ancora, nella validità di questo progetto, che se fosse realizzato, darebbe lustro alla città e creerebbe un collegamento virtuoso tra la montagna varesina e il centro di Varese -Villa Panza. Questa sarebbe stata, era ed è la strada giusta da percorrere senza remore. Strada di cercare collegamenti tra le preziosità della città. Proposte che non dobbiamo aver paura di concretizzare. Non dobbiamo temere di fare degli investimenti. Fermeremmo, facendo così, ogni possibilità di sviluppo della città. È necessario invece aprire un dibattito che coinvolga le forze della città. Fare progetti chiari. Suddividere gli impegni di ciascuno sia economici che organizzativi. Controllare la realizzazione delle opere evitando sprechi e approfittamenti.
Dico di più: la politica per fare ciò deve cambiare marcia e rischiare. Non si deve solo avere paura della integrità del bilancio. Confermo quanto ho detto: basta con le sterili contrapposizioni tra maggioranza e minoranza. Non si può guardare in faccia a nessuno; né lo si deve fare. Non si può, infatti risolvere i problemi senza scegliere volendo nel contempo la botte piena e la moglie ubriaca. Vanno scelti i mezzi di movimentazione delle persone caso per caso e senza una scelta preordinata.
Forza sindaco Fontana! Lei è la persona giusta a guidare la politica locale perché non faccia gli errori del passato che troppo hanno frenato lo sviluppo della nostra città e della sua area e impedito rinascesse quel “prodotto Varese”, sinonimo di qualità, di ospitalità e di efficienza che ha illustrato in passato la nostra città e che pretendiamo ne sia sinonimo ancora. A pieno diritto.
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