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Libri

LA PICCOLA BUSSOLA ETICA

MARGHERITA GIROMINI - 06/02/2014

Fernando Savater

È difficile orientarsi in questo mondo che cambia senza sosta, dove le cose che succedevano ieri, oggi quasi perdono di senso anche per chi allora c’era, figurarsi per chi è nato con o dopo questi mutamenti.

Un esempio banale? In un film di ieri il protagonista si agita freneticamente davanti ad una cabina telefonica, deve assolutamente telefonare ma un signore logorroico tiene occupata la postazione. Forse c’è di mezzo una questione di vita o di morte, o un appuntamento amoroso di vitale importanza. In che modo recepiranno il problema dell’accesso al telefono lo spettatore cresciuto con il cellulare e quello che (è il caso di qualcuno tra noi) ne è diventato dipendente?

Orientarsi nel mondo che cambia è difficile, ma aiutare i giovani a farlo è impresa ancora più faticosa. Per questo potrebbe tornare utile qualche lezione di orientamento, o un manuale rivolto a chi è impegnato ad educare per genitorialità, per professione, per vocazione, per libera scelta. Una guida per rapportarci con i giovani che si aspettano di conoscere la nostra idea di mondo e di futuro.

Ma come individuare la giusta rotta tra Internet e i social network, il reale e il virtuale, i diritti e gli abusi di potere, le contraddizioni del capitalismo e l’attivismo politico, la forza e la debolezza della democrazia? O centrare la direzione del nostro argomentare quando proviamo ad elaborare risposte alle questioni senza tempo come la bellezza, la morte, la solidarietà, la giustizia?

Una bussola, sia pure piccola, ce la offre Fernando Savater, professore di Etica all’Università dei Paesi Baschi, che all’inizio degli anni Novanta ottenne un successo internazionale con il suo Etica per un figlio. Un padre, un filosofo, allora, provò a parlare al figlio quindicenne del bene e del male, con passione ma con semplicità: “La filosofia non è sapere come se la cavava Socrate, nell’Atene di venticinque secoli fa, per vivere meglio, ma di come noi possiamo comprendere e utilizzare bene la nostra esistenza”.

Oggi, a distanza di vent’anni, Savater ci propone una “Piccola bussola etica per il mondo che viene”. I grandi temi dell’etica sono stati aggiornati al tempo di internet: la realtà, la verità, la democrazia in un momento di mancanza di credibilità della classe politica, l’identità, la libertà vera o fittizia di Twitter, l’uguaglianza dei diritti in una società diseguale, la demagogia delle retoriche della partecipazione, la violenza, il terrorismo.

La vera novità di questo “finto” manuale (che in realtà è un breve trattato di filosofia) sta nel metodo. Questa volta sono i giovani studenti di due istituti superiori di Madrid e di Saragozza, a porre al professore le domande più difficili. Eccone alcune, di portata tale da essere definite domande ”slavina” che al lettore italiano faranno rivivere le discrasie dell’attuale panorama socio politico.

«Ma se i politici ci ingannano è ancora lecito parlare di democrazia?»

«Come possiamo aspirare all’uguaglianza dei diritti in una società diseguale?»

«Adesso comanda l’Europa: noi possiamo proporre tutti i migliori provvedimenti del mondo, ma alla fine decidono loro»

«Come possiamo pensare di aiutare gli altri paesi a liberarsi dalle dittature quando noi non siamo capaci di rinunciare a comprarci un telefonino nuovo ogni anno?».

Savater, ben consapevole della pesante eredità che grava sulle sue spalle di “anziano”, prova a dialogare senza l’inganno della retorica con i giovani disincantati. E fornisce risposte oneste come: “Non ho una particolare simpatia per alcuni membri del Parlamento […], ma il tentativo di linciaggio ai loro danni da parte di un gruppo di cittadini non è stato uno spettacolo edificante né democratico”.

Il merito di questo lavoro sta nell’evitare i meccanismi dell’ipocrisia o della semplificazione, come avviene, per l’appunto, nei manuali, anche se il libro si autodefinisce tale.

Perché ai ragazzi non bastano le spiegazioni su come va il mondo (cosa che spesso fingiamo di sapere). I figli vogliono qualcosa di più, ad esempio il coraggio della complessità, la fatica di articolare domande e risposte grandi sulla società di oggi e su quella che si ritroveranno a gestire da adulti.

Ai giovani studenti il filosofo suggerisce come valore irrinunciabile “il fatto di essere umani, che ci obbliga a domandarci come dovremmo rapportarci al prossimo”.

“E dunque, per quanto cambi il contesto esterno, per quanto profondamente possano variare i costumi, per quanto la tecnologia possa alterare la nostra percezione dello spazio e portare nelle nostre case fiumi inesauribili di informazioni, per quanto la società si trasformi (in meglio o in peggio non importa), ciò che conta di più è il richiamo alla nostra natura umana”.

Il libro di Savater, nato come resoconto della serie di conversazioni tra i gruppi di adolescenti e il filosofo ultrasessantenne, sarebbe un buon testo scolastico di educazione civica, materia oggi superata e sostituita da ambiti di studio come l’educazione alla convivenza civile, l’educazione alla legalità, alla cittadinanza attiva.

“Piccola bussola etica per il mondo che viene” di Fernando Savater, Laterza, 2014.

 

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