Che sia davvero la volta buona, che ci si avvii al superamento di quella pubblica vergogna evidenziata da un Pronto Soccorso in permanente crisi, avamposto di un Ospedale, il nostro Circolo, gravato da troppi “peccati originali”? Dopo anni di denunce, di lamentele, di applicazione di pannicelli caldi per tentare di superare quella “situazione indegna” rappresentata dalla “barellaia” pare di essere innanzi ad una accelerazione verso una positiva soluzione.
Ha cominciato l’Assessore Regionale alla Salute, Mantovani, con la sua improvvisata visita lampo di lunedì 13 gennaio, seguita dopo pochissimi giorni da una riunione operativa con la dirigenza del nosocomio varesino conclusasi con un annuncio chiaro e forte : novanta giorni di tempo per mettere in sesto il P.S., assunzione di almeno trenta unità di personale medico ausiliario. A spron battuto il primo febbraio nei saloni dell’Università dell’Insubria è giunto il Gotha della sanità della Lombardia con in testa il Presidente Roberto Maroni, per un convegno – congresso sulle Regole di Sistema della Sanità Lombarda organizzato dall’ASL di Varese. Un incontro per discutere e definire i bonus ed i malus della sanità al dichiarato scopo di riformarla. L’inizio di un tour lombardo, forse non a caso partito da Varese, con evidenti apprezzabili intenti di dare finalmente maggior ascolto alle esigenze dei territori, durante il quale sono emersi anche tutti i maggiori problemi sociosanitari che angustiano e interagiscono col nostro Circolo. L’assistenza di base, i pronti soccorsi, letti e ricoveri, il personale necessario ad un buon funzionamento, le strutture per l’accoglimento dei subacuti. Alcune parole che sono ritornate di frequente: rivedere, aggiornare, riformare la nostra organizzazione sanitaria.
Un ripensamento, quello organizzativo, sottolineato da chi scrive riportando le impressioni di una lunga giornata domenicale passata nel Pronto Soccorso di Varese e narrata su queste pagine. La cosa evidentemente non è piaciuta ad dottor Francesco Perlasca, Direttore S.C. di Pronto Soccorso ed Accettazione Macchi A.O. Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese, che la scorsa settimana ha inviato una lettera a RMFonline addossandosi personalmente appunti e responsabilità che noi avevamo riferito più genericamente agli apici dirigenziali (quelli per intenderci, che mandano in ferie gli infermieri nei mesi invernali e tengono letti vuoti in reparto). Come se ignorassimo (cosa a conoscenza ormai dell’universo dei cittadini di Varese) che la “barellaia” dipende primariamente dall’insufficienza di posti letto nei reparti destinati al ricovero dei pazienti. O come (e chi mai l’ha scritto?) se bastassero “pochi ed elementari accorgimenti per cambiare l’impianto organizzativo”.
Sarebbe da sciocchi pretendere di “insegnare il latino” dopo poche ore di permanenza nel P.S. ad un professionista come il dottor Perlasca o a non riconoscere il diuturno impegno che tutto il personale medico, paramedico ed ausiliario dell’Ospedale profonde senza risparmiarsi pur di sopperire alle criticità gestionali. Ci consentirà di dire però, il dottor Perlasca, che la non presenza di gente inattiva, dove tutti corrono e hanno un compito, sia la dimostrazione di una eccelsa organizzazione. Come pure l’interpretazione quasi psicanalitica secondo la quale “la vista delle sofferenze” renderebbe più complesso il disagio “percepito” da operatori, pazienti ed accompagnatori… appare assai suggestiva, ma poco convincente.
Sinceramente avremmo preferito che il Direttore del P.S. ci avesse esplicitato le sue proposte atte a migliorare la precaria situazione. Che ci avesse detto, per esempio, qual é la sua opinione circa le decisioni, assunte anche in sua presenza con la benedizione dell’assessore alla Sanità Mantovani, di aumentare di trenta letti la disponibilità di ricovero in Medicina, e di rafforzare la Neurologia portandola a piano terra negli spazi ora utilizzati per le degenze brevi del pronto soccorso. I dodici letti ora disponibili passeranno tutti alla Neurologia. Verranno in tal modo cancellate le giacenze brevi che storicamente sono state di supporto al P.S. evitando il trasferimento nei reparti di coloro che richiedono soltanto qualche giorno di controlli. Una soluzione, questa prospettata, che già ora ha sollevato perplessità non soltanto da parte di addetti ai lavori.
Saranno queste le mosse giuste per eliminare la “indegna ” barellaia ? E sopratutto saranno provvedimenti sufficienti per portare a termine tutta l’operazione, entro i promessi novanta giorni, comprese le nuove assunzioni di infermieri? Una bella scommessa per chi ci ha messo la faccia. Comunque, buon lavoro.
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