Nel febbraio del 1914 si svolse a Varese il Congresso nazionale insegnanti pareggiati. Nell’occasione l’Ufficio di indicazioni di Varese – l’attuale Agenzia del turismo – preparò un volumetto da distribuire ai congressisti. Tralasciando la descrizione della città e dei dintorni, si possono ricavare alcune notizie interessanti e talvolta curiose.
Dal censimento del 1911 apprendiamo che la popolazione di Varese ammontava a 21.619 abitanti così suddivisi: Centro 8809; Biumo Inferiore 5705; Bosto 2085; Casbeno 1971; Biumo Superiore 1518; Giubiano 1193; Cartabbia 338.
Una descrizione su cui meditare, se paragonata ai giorni nostri: “La illuminazione elettrica è diffusa dovunque, in città e fuori, con una profusione straordinaria; i servizi pubblici sono organizzati coi sistemi più civili; l’igiene è particolarmente curata ed ha il suo maggior presidio in uno splendido acquedotto ad alta pressione che distribuisce dovunque acqua purissima e in abbondanza”.
Apprendiamo che tutti gli uffici pubblici era raggruppati nel Palazzo municipale, ora Estense. Qui, oltre al Municipio, al n. 5, con i vari uffici si trovavano il Museo civico al n. 9, la Reale sottoprefettura al n. 7, il Reale tribunale e la Reale pretura al n. 3. Da notare che tribunale, pretura e prefettura erano aperti al pubblico nei giorni festivi dalle 9 alle 12.
L’Ufficio postale si trovava al n. 3 di via Sacco nel palazzo municipale, aperto dalle 8 alle 20 e nei festivi dalle 8 alle 13. Da non credere la tempistica della consegna della corrispondenza: avveniva infatti tre volte al giorno per cui le uscite dei portalettere erano previste alle 8.15, alle 12.15 e la terza uscita alle 17.15.
Il servizio telegrafico, oltre che all’Ufficio postale, era disponibile anche alle stazioni ferroviarie: allo Stato dalle 4.30 alle 23.45 in estate e dalle 5 alle 23.30 in inverno; alle Nord dalle 5 alle 23 e a Casbeno Nord dalle 5.30 alle 21.30.
Le banche indicate erano cinque: la Banca d’Italia, il Credito Italiano, il Credito Varesino, la Società Italiana di Credito Provinciale e la Banca Prandoni & C.
Bagni e docce pubbliche si trovavano nel giardino dell’albergo Italia, al n. 7 di via Garoni, ora Vittorio Veneto; purtroppo il servizio era usufruibile solo da maggio a settembre.
Leggendo le pubblicità inserite nel volumetto ci sono alcune curiosità stimolanti a ulteriori ricerche. Per esempio, la Pasticceria e Confetteria Milanese, in piazza Carducci, promuove tra i suoi prodotti i “biscotti Varese” e i “Croccantini Campo dei Fiori”. Chissà che cosa erano…
Lo studio fotografico Malinverno tiene a far saper che “si lavora anche nei giorni festivi”.
Poche attività indicano il numero di telefono: il numero più basso è il n. 16, intestato all’Industria dei mobili dei fratelli Alesini in via Aguggiari 3, attività tuttora in esercizio.
Il parrucchiere-profumiere Umberto Superbi in piazzale Stazioni assicura un “servizio accuratissimo con attrezzi sempre disinfettati”.
La latteria gelateria Varesina di piazza Carducci garantiva “latte di Grantola (Valganna) fresco mattina e sera, con servizio a domicilio”.
Leggendo i servizi offerti dai pubblici e privati sembra che in un secolo siamo regrediti di parecchio. Il vantaggio è forse nel minor tempo lavorato da molti addetti.
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