Sono appena rientrato da qualche giorno di vacanza in montagna in compagnia di un centinaio di persone, radunate insieme dall’impeto di un amico sacerdote, don Roberto Verga; non sono stato attirato dalla voglia di praticare sport invernali, anche perché, per l’artrosi all’anca che mi affligge, ho difficoltà già solo a camminare, ma dal desiderio di condividere con altri, sia con coloro che già conoscevo come con quelli che avrei incontrato per la prima volta, alcuni giorni vissuti in pienezza.
Alla preghiera del mattino si leggevano brevi brani tratti da un libro di don Giussani, raccolti in un quadernetto, al quale Maria, che li aveva scelti, aveva dato il titolo “La traversata della vita” e per il quale aveva scelto, come illustrazione di copertina, la formella del Duomo di Firenze così detta della navigazione, sulla quale Andrea Pisano ha raffigurato due uomini che remano in compagnia di Gesù.
Tra le persone che hanno partecipato alla vacanza c’erano due amici imprenditori di Gallarate, Licio e Rita, la cui condizione di vita e di lavoro è ben rappresentata dalla formella del Pisano. Per fare gli imprenditori oggi in Italia infatti bisogna remare duro e controcorrente.
Licio Renato e sua moglie Rita hanno messo in piedi, lavorando con passione e a costo di grandi sacrifici, una impresa di trasporti, depositi e logistica per autoveicoli, che può contare con dieci bisarche per il trasporto delle automobili e con un’area di deposito di 34.000 m2, per una capienza di 1000 posti auto coperti e 1200 scoperti.
Ma il momento attuale è durissimo: il mercato dell’auto è in crisi, i costi per il gasolio da autotrazione e i pedaggi autostradali lievitano, l’Imu e la Tares, che tra l’altro vengono calcolate sulla base delle superfici (e loro, per l’attività, che svolgono evidentemente hanno bisogno di una vasta superficie), stanno raggiungendo costi insostenibili, che fanno rimpiangere la cara vecchia Ici…
Ma Licio e Rita non hanno intenzione di tirare remi i barca! E dopo i giorni di vacanza passati sulle Dolomiti con don Roberto, Claudio e gli altri amici, hanno una risorsa in più: la consapevolezza che con loro, sulla barca, c’è Gesù, che indica la rotta e che li sostiene nella traversata, Gesù che oggi per loro ha il volto di quella compagnia, che hanno sperimentato all’Hotel Salegg, sotto le guglie appuntite dello Sciliar, ma che non finisce lì.
Lo si capiva dalla luce che Licio aveva negli occhi, quando ha detto prima che finisse la vacanza “io questa compagnia non la mollo più”.
La frase finale del libretto preparato dalla Maria suonava infatti così: “Se è chiaro il senso, se è chiaro il destino, ogni passo che conduce verso di esso è grande e affrontato con avventura, e tutto porta al grande amore”.
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