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Politica

UN’OLIGARCHIA RISTRETTA DI ELETTI

CAMILLO MASSIMO FIORI - 31/01/2014

La contestazione della politica mette in discussione non solo i partiti ma anche le istituzioni della democrazia. La critica dei partiti di massa si basa sul fatto che tali organizzazioni producono oligarchia e burocrazia, cioè separatezza tra eletti ed elettori, tra paese reale e paese legale.

L’oggetto della critica della democrazia è la rappresentanza, vale a dire il rapporto fiduciario tra i cittadini e gli eletti nelle istituzioni, che configura non una partecipazione bensì una mediazione.

La rappresentanza politica è sorta come alternativa alla democrazia diretta degli antichi che era praticabile solo in ambiti ristretti, a livello locale.

La democrazia rappresentativa è nata con la Rivoluzione francese come alternativa alla sovranità monarchica e al potere dei ceti sugli individui e degli interessi corporativi su quelli generali. Un aspetto decisivo è stato il mandato libero al posto di quello vincolato riconosciuto agli eletti. Il rappresentante è infatti libero di votare come individuo dissociandosi dall’ appartenenza al proprio ceto che lo ha eletto. La rottura con l’ “ancien regime” avviene su questa decisione che introduce l’uguaglianza politica e rende possibile il metodo della conta dei voti secondo le regole della maggioranza al posto del metodo dell’unanimità.

La rappresentanza democratica è nata contro una concezione dello Stato come ordine piramidale di soggetti diseguali. La cittadinanza democratica moderna ha invece reso tutti i cittadini uguali di fronte alla legge e ha emancipato la politica dalle appartenenze sociali. Con il mandato libero gli eletti sono liberati dalla arbitrarietà delle loro appartenenze e soprattutto viene liberata l’assemblea dei rappresentanti dai condizionamenti degli interessi sociali ed economici.

La proposta di Beppe Grillo di introdurre il mandato imperativo (cioè il vincolo del parlamentare verso il partito che lo ha eletto) è un segnale grave di immaturità democratica e una retrocessione verso un ordine gerarchico. Solo con il mandato libero il rappresentante non è soggetto ad una parte ma viene elevato a rappresentare l’intero popolo. Non a caso l’articolo 67 della nostra Costituzione recita: “ Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

La democrazia contemporanea si è affermata in risposta ai regimi plebiscitari e autoritari del primo dopoguerra che avevano assestato un colpo mortale al governo parlamentare nato dalla Rivoluzione liberale dell’Ottocento. Il modello di democrazia attuale è l’esito della integrazione tra liberalismo e democrazia; tuttavia il connubio tra l’idea liberale che afferma la centralità dell’individuo e il metodo maggioritario proposto dalla democrazia è oggetto di evidenti tensioni.

Per superare tale contrasto le Costituzioni moderne sanciscono che il principio di legittimità non può scaturire soltanto dal consenso popolare (come afferma Berlusconi quando sostiene che la valanga di voti popolari a suo favore lo pongono al di sopra delle legge penale) ma da un consenso che accetta di porre limiti a sé stesso in quanto è raccolto per aggregazione di voti singoli in un contesto pluralistico.

In altre parole, la democrazia moderna non è solo consenso ma anche rispetto della legge, divisione dei poteri dello Stato, riconoscimento dei diritti fondamentali e diritto di voto per tutti i cittadini in maggiore età (suffragio universale).

Il fatto che la rappresentanza non possa essere regolata come un contratto di delega non significa che i cittadini intervengono solo nel momento in cui votano. A questo servono per l’appunto i partiti politici, oltre a governare il personale dirigente, preparare e selezionare i candidati alla gestione della cosa pubblica, ad essi compete anche di controllare gli eletti nelle istituzioni affinché mantengano le promesse fatte agli elettori.

Il partito è centrale non solo perché consente di tenere un rapporto di controllo e di compartecipazione tra cittadini e le istituzioni ma anche perché permette agli elettori di votare un programma politico legato ad una specifica linea di idee.

In ultima analisi il partito rende possibile il giudizio politico, il controllo degli eletti e la libertà degli elettori. Senza il corpo intermedio del partito la democrazia diverrebbe una forma di oligarchia degli eletti; l’appello contro i partiti è una sovversione radicale del sistema democratico. Il partito non è soltanto il mezzo per dare voce ai cittadini ma anche uno strumento per formare la loro unità di idee sui temi pubblici

Ciò che viene contestato ai partiti è proprio il loro potere di dare voce al popolo per reclamare libertà e giustizia sociale.

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