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Sport

VALANGHE, SOLO BIANCHE

ETTORE PAGANI - 23/01/2014

Passano agli archivi le valanghe. Quelle rosa e quelle azzurre. Restano, purtroppo le altre: quelle candide che, con la loro purezza, danno, alla vista meravigliose sensazioni di tranquillità prima che entrino in azione.

Quelle restano a far danni. Ma le altre, quelle che significavano gloria per i nostri atleti, al femminile o al maschile, si sono bloccate raffreddate diventate ghiaccio gelido e fermo. E così un nome che sia uno dei nostri e delle nostre rappresentanti non si sente più scandire dagli altoparlanti che scandiscono gli ordini d’arrivo. Non se ne sentono più! Fatta eccezione per uno sparuto e solitario snowboard che – nella sua solitudine – non fa che confermare la regola.

Eppure era così bello sentire risuonare i nomi dei nostri magari poco imparentati con gli altri cognomi peninsulari ma pur sempre qualificati per far sventolare il tricolore sul pennone più alto di tutti. Questi non ci sono più. E non v’è neppure la sensazione che si profili qualche splendido raggio di sole a rasserenare un cielo che, purtroppo, continua a rimanere pieno di nubi scure e tempestose.

All’orizzonte non appare proprio nulla. Nulla a rimpolpare le schiere di anziani in comprensibile declino ai quali, peraltro, per la mancanza di novità continua a essere affidato il compito di portacolori di un fardello che diventa sempre più pesante. Un fardello non tanto faticoso in mancanza di supereccellenze affrontare le quali potrebbe essere difficile per chiunque, ma proprio per un sensibile scadimento delle forze precedenti senza il benché minimo rinnovo.

Vero è che, spesso, quello che non si è verificato in un tempo anche lungo può nascere in un baleno. Ma anche se in questo solo si deve sperare senza certezze e facendo sempre conto sull’improvvisazione che – pur alimentando le speranze – tale resterebbe pur sempre e magari temporanea.

Si ha, dunque, la sensazione che non vi siano piani coordinati di preparazione o che, pur in presenza degli stessi non vi siano più interessi agonistici tali e tanti da far sperare una nascita di nuove forze.

Questo è, purtroppo, il momento. Per il resto rimane la speranza.

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