Finalmente, ora che non c’è più il ministro delle riforme si possono fare le riforme. Si avvera così quella politica del cambiamento inattuata per diciassette anni da quel ministro che dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione si è divertito a spernacchiarla. Ma ora che le cose sono cambiate, e tutti sanno perché, i padani hanno riaffermato la volontà di cambiamento cominciando col trasloco (del Parlamento) da Roma a Vicenza. Dove, finalmente, potranno legiferare per il presente e per il futuro di quell’immaginario paese denominato Padania. Avvalendosi, tanto per cambiare, dell’amico Giulio, l’ex superministro che Bossi ha accolto nelle sue fila e promosso ambasciatore in virtù delle sue “vaste e internazionali relazioni”. Decisione quanto mai coerente, essendo il geniale Giulio primatista mondiale del cambiamento: dal Manifesto al PSI, dal PSI al Patto Segni, dal Patto Segni a Forza Italia, quindi al PDL, dal PDL al Carroccio. Come primo atto del suo mandato dovrà lavorare per giocare in serie A, a tu per tu con le economie forti, ora che l’Europa, a detta dell’Umberto da Gemonio, “ha già previsto che la Padania starebbe con la Germania”. Avvertimento ai lettori: è proibito ridere.
P.S. – Ma Varese non sta a guardare: l’ex borgomastro Aldo Fumagalli, che l’ex ministro Maroni definì a suo tempo il miglior sindaco della storia cittadina, è sceso dal Carroccio per salire sul carro di Fini. Anche questo è cambiamento.
You must be logged in to post a comment Login