Lettere
L’ARMONIA DISTRUTTA
- 22/12/2013
Alla fine, e purtroppo, lo faranno, quel parcheggio alla Prima Cappella. Perché a difendersi sono pochi alberi, qualche roccia millenaria, e un po’ d’aria pulita, e perchè il danaro è quello dell’Imu, dell’Ici, della Tares, e quanto ogni cittadino deve sborsare per mantenere gli investimenti che fanno i Comuni, utili e inutili. Alla faccia dell’inquinamento ambientale, e dei risparmi che dovrebbero essere fatti in periodi di “magra” come questi. Ma davvero si vuole distruggere un pezzo di armonia naturale per costruire l’ennesimo, inutile parcheggio che non risolverà certo i problemi delle auto ma li accentuerà creando ancor più congestione di traffico? E per di più in un luogo che dovrebbe essere quello della preghiera, del silenzio, della riflessione, dell’aria pulita, in una zona che gli stessi edificandi “osano” definire sacra? In pochi sanno che distruggendo quel che Dio ha dato loro gratuitamente, non avranno in cambio la stessa bellezza, ma una colata orribile di cemento che non avrà solo le maledizioni divine ma anche di una buona parte di opinione pubblica inascoltata, nonostante l’opposizione municipale si sia detta contraria, e così tanti interventi di cittadini, su carta, sul web.
Niente da fare, quel che è deciso si deve fare a tutti i costi. Perché a Varese si fa così? Sempre? Ha ragione Arturo Bortoluzzi a scrivere: “In che misura la città storica, nata prima dell’auto, deve forzatamente adattarsi a questo intruso?”. E vero! E’ come se noi dovessimo scavare grotte sotto le case se si tornasse al tempo della preistoria. Si insiste nel ferire la terra quasi a vendicarsi della vita mortale (che se ne va) a dispetto della natura (che resta), nonostante le cicatrici che certi uomini lasciano sul suolo. E noi, la “famigerata” opinione pubblica, che un tempo faceva rivoluzioni per molto meno, oggi non riusciamo più ad avere il coraggio di indignarci e di scendere in piazza a dire no. Questa è l’arroganza di un sistema, causa fondante da cui nascono i forconi e la poca fiducia nei politici e nelle istituzioni.
E non mi si dica che il parcheggio alla Prima Cappella è prioritario rispetto a una Piazza Repubblica in piena rovina urbana, o ad altri sfaceli, come la Caserma Garibaldi che rimane immobile come un decrepito mostro. Salendo (a piedi) all’eremo di San Clemente dalle parti di Sangiano, osservando lo splendido paesaggio di laghi, montagne, e colline intorno, ci siamo resi conto con altri amici, di quanto male faccia l’irresponsabile disequilibrio tra natura, sviluppo e habitat. Infatti tra Cittiglio e Laveno, un orrore che infastidisce solo a guardarlo, messo a nudo dal letargo verde degli alberi: non c’è paragone tra quel che ha creato la natura o il buon Dio nei secoli e quel che ha fatto l’uomo in pochi anni, e questo perché non si dà valore e senso alla sacralità del paesaggio ma solo alla speculazione e agli oneri di urbanizzazione. Sembra che l’uomo non impari mai la lezione che la natura coi suoi cataclismi ci insegna ogni giorno. In un periodo storico in cui tutti dovrebbero pensare a tutelare la città, sono in pochi, sempre gli stessi, a “tentare” di difenderla. Buon Natale.
Dino Azzalin
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