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Sport

LO SCI RUSPANTE VARESINO

ETTORE PAGANI - 19/12/2013

Varese patria di campioni dello sci non è mai stata. E pensare che anni addietro (non poco) a Natale la neve era d’obbligo – non per modo di dire. Era così. Non c’era Natale senza che una coltre bianca proprio come la barba del suo simbolo coprisse tutta la città ed i suoi dintorni. Soprattutto le sue montagne: Campo dei Fiori e Sacro Monte.

Era così imprescindibilmente.

Capitava, allora, che anche la pratica degli sport invernali fosse a portata di mano: sci, slitte e slittini erano, in gran numero di scena in vetta al Campo dei Fori con quella ripida discesa che conciliava anche una notevole velocità che, però, non spaventava nessuno ancorché senza un tempestivo rallentamento verso il termine si rischiasse di finire a fare una sgradita visita ai boschi sottostanti. Quelli – per intenderci – che sovrastano la zona che da Casciago va verso il Gaviratese.

E poi, più ancora frequentate, le “Pizzelle” con percorso più lungo e comodo dal Campo dei Fiori fino al Sacro Monte. Meno frequentato era il tracciato delle Cappelle che presentava maggiore pericolosità con quelle svolte ad angolo così propense a far volare al di là dei “muretti” laterali chi fosse anche solo parzialmente sprovveduto.

Erano questi i campi di sci frequentatissimi da tutti gli appassionati del Varesotto e raggiungibili con il tram e, poi, con la funicolare affollatissima al mattino e al fine della giornata soprattutto di domenica.

Era quello che passava il convento privo assolutamente di attrezzature (niente ski-lift, ovviamente, con tanto di risalite effettuate a lisca di pesce) ma era un gioioso romantico convento. Aveva, se non altro, il pregio di consentire la pratica dello sport invernale che altrimenti sarebbe stato, nella sostanza, quasi impossibile stante la difficoltà di raggiungere i centri invernali più rinomati – che fossero Cervinia, Cortina, o Sestriere – lontani come ubicazione e difficilissimi da raggiungere causa gli scarsi mezzi a disposizione.

A supporto di Sacro Monte e Campo dei Fiori in minor misura dai principianti erano anche discese d’occasione come quei pochi metri di dislivello esistenti fuori dallo stadio comunale che da via Montello approdava al campo di pattinaggio.

Divertimento, occasioni per stare in compagnia. E comunque sfogo e passione per uno sport di quei tempi solo a queste condizioni praticabile.

A questo punto torna evidente come le condizioni non fossero le migliori per far nascere in zona campioni della specialità.

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