Oltre le luci, quest’anno garbatamente sobrie lungo le strade del Natale cittadino, splende la solidarietà che Varese sa esprimere nel silenzio del quotidiano. Anche in queste feste la città vive infatti la gioia della condivisione, dello stare assieme oltre ogni differenza, del provare ad essere tutti meno soli proprio perché meno individualisti.
Da anni si rinnovano alcune tradizioni ormai radicate nella storia locale: il Natale per i bisognosi a Lissago e il Cenone dell’Ultimo solidale a Giubiano. E intanto operano regolarmente, anche in tutti i giorni di festa, la mensa presso la Parrocchia della Brunella a mezzogiorno e quella serale presso le Suore di via Luini. Così come restano disponibili il centro di accoglienza degli Angeli Urbani nelle vicinanze della stazione e il dormitorio di via Maspero e le tante Caritas parrocchiali, che approntano raccolte straordinarie per rendere meno faticoso il Natale di numerose famiglie.
È questo il respiro bello che la nostra città ha saputo e voluto “fare proprio” negli anni, partendo anche da esperienze numericamente ridotte e per certi versi un po’ pionieristiche, diventate poi la normalità del vivere. È così aumentato, di pari passo con l’accrescere inatteso delle richieste, anche il numero dei volontari che operano ogni giorno dell’anno presso i centri di accoglienza e le mense: gente di ogni età, provenienza, religione, ambito lavorativo. Gente che si ritrova assieme, si mette serenamente a disposizione e non si preoccupa di indagare sulle tante ragioni di quelle solitudini, raggrinzite in mani infreddolite che chiedono un sacchetto con la cena dopo avere umilmente atteso il proprio turno lungo una via del centro. Gente che non sta a guardare quale sia il colore della pelle e la presunta origine di coloro dei quali ci si mette a servizio.
Così da anni ormai la comunità di Lissago, raccolta attorno a don Ernesto, predispone il pranzo di Natale per chi è solo, organizzando anche un servizio di trasporto con le auto partendo alle 11,30 del giorno di Natale dall’Istituto dell’Addolorata di via Luini. Una opportunità per tutti, dove ciò che conta è stare assieme, raccontare il calore dell’accoglienza e della gratuità.
Per l’ultimo dell’anno un gruppo sempre più nutrito di volontari, cittadini che spesso si incontrano e conoscono proprio in quella occasione e che provengono dall’intera provincia e da province limitrofe, imbandiscono presso l’Oratorio di Giubiano una bella tavolata per tutti: si aspetta il nuovo anno in grande serenità, condividendo una cena gustosa, giocando all’immancabile tombola, invitando soprattutto coloro che sarebbero in solitudine, che magari non possono per tante ragioni permettersi un pasto abbondante, che hanno bisogno di sentirsi accolti o di accogliere… L’invito in tante lingue è esposto presso le mense cittadine e inviato a tutti i parroci del Decanato, perché ciascuno si faccia promotore della iniziativa nel tentativo di non dimenticare nessuno. E anche in questo caso si tratta di una possibilità per tutti perché l’iscrizione (10 euro per le persone non in difficoltà, assolutamente gratuito per chi è indigente) è assolutamente aperta, oltre ogni possibile differenza economica, di status, culturale e personale.
Varese non sarebbe bella e viva se le tante realtà di accoglienza, che fortunatamente la caratterizzano, non ci fossero. E nemmeno lo sarebbe se mancassero i tanti alunni stranieri nelle nostre scuole, le loro famiglie tra i nostri vicini di casa, la promiscuità delle lingue a tracciare ponti e legami tra le culture, le storie, la vita e il futuro.
Varese ama la propria tradizione e proprio per questo motivo lascia che essa si muova liberamente e a disposizione degli altri, la mette in circolo con l’intenzione che si amalgami con la ricchezza e la bellezza delle altre vicende culturali, linguistiche presenti sul territorio.
Condividere il cibo, il banco a scuola, gli amici, i sogni, le confidenze, le aspettative, le possibilità e le occasioni di studio o lavoro… Questo è da sempre il motore delle civiltà che si evolvono, migliorano e lasciano tracce ben visibili sulla strada del futuro dei propri giovani.
Questo è l’augurio che facciamo alla nostra bella città.
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