Settimana di notizie a catinelle, darne conto non è impresa facile. La precedenza spetta per anzianità al capo supremo dei moderati estremisti, ex premier, ex senatore, amico di-letto di Putin, fondatore affossatore e riesumatore di Forza Italia, promotore di Forza Silvio e Forza Dudù, aspirante piazzista di Forca Italia. Che non dorme più all’idea di poter finire in cella per ordine di scriteriati PM. “Se mi arrestano – ha minacciato – sarà rivoluzione!”. Senza accorgersi che la rivoluzione è già avvenuta, però in casa PD. Si lamentano vittime (D’Alema, Bindi, Bersani, Cuperlo e forse Letta); gli scampati invece si lasciano andare a inni e canti sul gremito carro dell’asso pigliatutto Matteo Renzi. Ma il rivoluzionario più rivoluzionario è l’urlante furioso Beppe Grillo, l’ex comico che mette alla gogna i giornalisti che osano scrivere di non essere d’accordo con lui e che insulta Letta accusandolo di averlo insultato. Sugli insulti Beppe, l’ideologo del Vaffa, non tollera rivali, pretende l’esclusiva.
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