“Torta di riso e stuzzichini vari”. È il titolo del libro che Gianni Corsolini ha presentato, poche sera, fa nell’auditorium di Rmf in viale Borri. Scopo della riunione abbinare l’occasione di presentazione del volume con una rivisitazione, in chiave cestistica, dell’interminabile lavoro dedicato a questo sport dalla Robur et Fides presente in buon numero con dirigenti e atleti.
Un’opportuna dedica, particolare questa, alla società di via San Francesco d’Assisi sempre presente sui campi di basket e altrettanto presente nell’istruire giovani promesse indirizzandole al basket e non solo.
Con Gianni Corsolini avrebbe dovuto presenziare Gianni Asti costretto, peraltro, a dare forfait per motivi di salute. Un vero peccato perché, insieme alla dialettica di Corsolini, ben avrebbe figurato quella di Asti: la prima più imperniata sul basket nazionale in generale mentre la seconda avrebbe potuto più entrare nei dettagli del basket roburino.
Il libro di Corsolini – presentato dall’autore con divagazioni cestistiche varie e gradevoli intervalli extra basket – va al di là di ogni disquisizione tecnica raccontando vicende personali collegate allo sport sostanzialmente messo a base della sua vita ma anche estranee. Un po’ di tutto, insomma, dove non mancano gustose riprese di vicende collegata a nomi noti della pallacanestro ma alternate al percorso della sua origine bolognese spostatosi poi in altre zone d’Italia.
Naturalmente la “pallacanestro” – termine che dichiara apertamente di preferire a “basket” – è un po’ il motivo conduttore delle sue vicende. Altrimenti non avrebbe potuto essere per chi ha vissuto sui campi di gioco come allenatore, general manger e, al di fuori dai campi, come dirigente societario.
I racconti che il volumetto propone seguendo anche vie diverse, concernenti la vita dell’autore soprattutto il lungo peregrinare spesso – ma non sempre – parallela al basket. La vena è sciolta e gradevole. Così come è stato il primo volume scritto dal Gianni dal titolo “Quasi sessant’anni della mia vita con gente del basket”, edito cinque anni fa e favorito da notevole successo.
Anche qui partenza da Bologna – rimasta logicamente nell’anima – via via in una serie di itinerari cestistico-temporali contraddistinti da titoli dettati dai sentimenti.
Una storia di un personaggio che ha onorato il basket.
Personaggio da scriversi con la “P” maiuscola.
In prima fila, per sentir parlare della sua Robur, era presente Dante Trombetta. Era felice per la serata e per l’omaggio dei due volume di Corsolini di cui gli è stato fatto gradevolissimo omaggio.
Li leggerà con comodo mentre il suo “forza fiöö” continuerà a riecheggiare sui campi di basket.
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