L’aveva detto subito, Calderoli, che era una porcata la legge elettorale promossa da lui e bocciata dalla Corte Costituzionale. Avrebbe dovuto vergognarsene per omnia saecula saeculorum e invece se ne vanta ancora dall’alto del suo scranno di vicepresidente del Senato. All’indomani della bocciatura ha affermato: “Quando uno fa una porcata e non se ne rende conto è un altro tipo di riscontro, quando uno lo fa volutamente per mettere in difficoltà una destra e una sinistra con cui dovevo fare i conti, non rispetto alla loro gestione del potere ma rispetto al popolo, che è quello che vota, è un’altra”. Chiaro? Evidentemente si deve a questa semplicità di linguaggio se nel quarto governo dell’appiedato Cavaliere l’illustre padano aveva meritato la poltrona di ministro della Semplificazione. Adesso, però, meriterebbe qualcosa di più: la nomina di senatore squalificato a vita.
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