Siamo purtroppo alle solite. I soldi sono sempre pochi, quelli a disposizione degli enti pubblici pochissimi, ma nello spenderli il metodo rimane sempre quello. Nessun serio studio preliminare di massima, nessun coordinamento tra soggetti interessati, progetti costosi e di discutibile efficacia, quasi il sospetto di una cupidigia di primogeniture finalizzate solo ad uno spettacolare taglianastri purchessia. Stiamo parlando della Madonna del Monte, la montagna sacra varesina che da anni ci angustia coi suoi tanti problemi, in primis quelli della vivibilità dei residenti e dell’accesso al borgo dei pellegrini o degli occasionali visitatori. Stiamo parlando di iniziative scoordinate, alla “viva… la Lega”, come fu a suo tempo il ripristino della funicolare e, tanto per non far nomi, di personaggi come il senatore Umberto Bossi immortalati con le forbici in mano tra il tripudio dei presenti.
Ci risiamo. L’ormai famoso autoparcheggio interrato previsto alla Prima Cappella che già mesi or sono, anche qui sul nostro RMFonline, aveva sollevato parecchie perplessità e avversioni, comprese quelle di chi scrive e sopratutto quelle di un tecnico come l’architetto Ovidio Cazzola, per la sua infelice oltre che pericolosa collocazione stradale, ha preso l’avvio per la realizzazione. Veloce, anzi ultra veloce, tanto che, impossibilitato il Comune di Varese a mettere mano alla sua quota di partecipazione alla spesa (circa 900.000 euro) perché vincolato dal Patto di Stabilità, è intervenuta subito mamma Regione anticipando la somma! Quanta generosità, talvolta improvvida se, come nel caso della scelta di finanziare a Giubiano il contrastato Ospedale del Bambino, finisce poi col lasciare sulle spalle del nostro Comune la risoluzione di più problemi di quanti a prima vista ne risolva.
Con questo non è a dire che ci dispiacciono aiuti ed interventi esterni. Ben vengano finanziamenti dalla Regione, da altri enti pubblici, Fondazioni o privati. L’auspicio è che vengano ben spesi, che servano effettivamente alla soluzione del problema generale e non di qualche, pur legittimo, interesse particolare. Sopratutto si realizzino opere decise a Varese, non altrove, e tali da non lasciare per il futuro una gestione deficitaria e permanente a carico del bilancio comunale. Cioè a carico delle tasche dei varesini.
Oggi come oggi con poche cifre alla mano, così si presenta il costruendo autoparcheggio. Sappiamo quanto verrà a costare, 2.800.000 euro di previsione, una enormità se riferita a soli novanta posti macchina, ma mancando un preciso studio non sappiamo come l’opera si inserirà in un programma di mobilità generale della nostra montagna. Qual è la previsione di utilizzo da parte di persone disposte a pedonare la salita sul vialone delle Cappelle? O di raggiungere il borgo prendendo l’autobus in Piazzale Montanari? O addirittura a salire sempre dal medesimo piazzale su una navetta che porti alla stazione di valle della funicolare? E poi in cima, scarpinare ancora per guadagnare il Santuario, il cuore religioso e monumentale del borgo? E con quale spesa per l’utente? Già, la spesa per l’utente, le tariffe, che vogliono poi dire ricavi per i gestori dei servizi. Abbiamo dimenticato quanti soldi mangia la funicolare a tenerla in esercizio? Quanto costerà l’esercizio dell’auto parcheggio, interrato, per l’ illuminazione permanente, pulizia, manutenzione eccetera? C’è o non c’è il rischio di vederlo deserto ed improduttivo come quello della Provincia a Casbeno o come i mitici autosilos deserti di Gallarate? Da qualche parte si è adombrato il sospetto che il tutto più che al servizio del Sacro Monte sia destinato alle necessità di un futuro Museo della Fondazione Paolo VI e di una adiacente foresteria. Non sarebbe il caso che anche questo ente religioso esplicitasse i suoi programmi evitando supposizioni e chiarendo le idee a tutti? Pare proprio non sia così, per cui anche questo fatto sta a confermare come ognuno ami andare per la propria strada, talvolta addirittura ignorando chi dovrebbe avere comuni interessi. Tutto lecito purché i costi degli errori o delle avventate scelte non ricadano sulle spalle dei varesini.
Ma torniamo agli enormi costi di costruzione di questo parcheggio posto alla Prima Cappella. A cominciare dall’esproprio della superficie di 2.000 metri quadrati al prezzo complessivo, si dice, di 310.000 euro per un terreno sotto il quale si troverà della buona roccia da scavare. Siamo al discorso di sempre. Occorre un confronto di costi tra le varie opere realizzabili in un contesto di un programma generale per dare ossigeno e vita al Sacro Monte. Quanto costerebbe un parcheggio realizzato più avanti, al Vellone? Già oggi sarebbe in sinergia con la funicolare del Sacro Monte e domani con quella per il Campo dei Fiori eventualmente ripristinata. Una soluzione certo più appetibile perché evita un trasbordo. E quanto potrebbe costare un parcheggio realizzato in cima, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, nella parte declinante verso La Rasa e sotto le Pizzelle ? Oggi non pare più una follia pensare che anche mezzi privati opportunamente regolamentati possano raggiungere la cima. Ne sarebbero particolarmente felici i residenti del borgo e, anche in questo caso, andrebbero valutate le sinergie suscitabili in tema di vivibilità, di sviluppo turistico, di realizzazione di un interessante sistema di “albergo diffuso” di cui si è seriamente parlato in un convegno di questi giorni. Insomma o se ne esce tutti insieme, enti e portatori di interessi o per il Sacro Monte si continueranno a fare molti discorsi e sicuramente a sprecare denaro. Manca un benedetto piano generale, democraticamente costruito dal basso, coordinato e gestito con mano ferma dal Comune di Varese.
Non è il caso che si realizzi una convenzione cittadina sul tema della nostra montagna? Si invitino Comune, Provincia, Regione, Parco del Campo dei Fiori, Parrocchia Santa Maria del Monte, Fondazioni religiose, Amici del Sacro Monte, Amici della Terra ed altre associazioni ambientaliste, senza dimenticare i rappresentanti dei cittadini residenti, i partiti e quant’altri portatori di interessi. Portino le loro idee, dichiarino i loro intendimenti, quali risorse sono disponibili a mettere in campo, quali proposte avanzano. Solo così potrebbe nascere un serio e costruttivo programma di lavoro. Vuole il Comune di Varese farsi promotore di questa Convenzione? Vuol farsi sostituire dai cittadini?
Sarebbe l’occasione per costruire un buon tassello del PGT ancora in itinere.
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