Le scuole cattoliche di Varese e provincia lanciano un SOS al governo, al parlamento e al governatore della Lombardia, Roberto Maroni, per difendere la libertà di scelta scolastica sancita dalla Costituzione. L’appello parte dall’istituto De Filippi dove il coordinamento degli istituti scolastici d’ispirazione cattolica si è riunito davanti a cinquecento persone, genitori, studenti, docenti e dirigenti scolastici, alla presenza del sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi, di suor Monia Alfieri presidente FIDAE Lombardia e di Marco Masi, presidente della Federazione opere educative.
Al governo, nella persona del primo ministro Enrico Letta, si chiede di non ridurre i già esigui fondi previsti per le scuole paritarie considerando l’oggettivo risparmio che, come vedremo, esse rappresentano per lo Stato. Al presidente del Senato Pietro Grasso e al presidente della Camera Laura Boldrini si domanda di accogliere l’invito del Parlamento europeo a garantire una reale libertà di scelta attuando quanto già previsto dalla legge Berlinguer del 10 marzo 2000, n. 62: ovvero l’effettiva parità fra le scuole statali e non statali paritarie non solo sul piano giuridico ma anche su quello economico. Al governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, la scuola paritaria chiede infine di proseguire nella meritoria politica della dote-scuola, il contributo regionale erogato alle famiglie che faticano a sostenere il costo delle rette, auspicando che altre Regioni ne seguano l’esempio.
Secondo dati recenti, in Italia operano 13.700 scuole paritarie frequentate da un milione di studenti. Dallo Stato ricevono finanziamenti per cinquecento milioni l’anno, cinquecento euro per studente, pari allo 0,9% delle risorse destinate all’istruzione. Le scuole pubbliche statali hanno invece nove milioni di studenti che costano allo Stato 6.800 euro per allievo. Ciò significa che se le scuole paritarie chiudessero o non esistessero, lo Stato dovrebbe sborsare non 500 ma 6.800 euro ciascuno per un milione di studenti, pari a una spesa annua di 6,3 miliardi. A prescindere dalle cifre, al centro della riflessione c’è il rapporto tra libertà e scuola ovvero la libertà di scegliere delle famiglie e degli studenti.
Dice la legge n. 62: “Il sistema nazionale d’istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. Si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti, in particolare per quanto riguarda l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali che, a partire dalla scuola per l’infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione. Alle scuole paritarie private è assicurata piena libertà per quanto concerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico”.
Il problema è innanzitutto culturale perché l’opinione pubblica tende erroneamente a considerare la scuola paritaria scuola privata o “dei preti” e non le riconosce il diritto di essere sostenuta. All’orizzonte si profila un problema di sopravvivenza. Per il 2014 sono previste risorse per le scuole non statali di 273 milioni, con un taglio del 45% rispetto al 2013 (ma bisogna aggiungere 220 milioni finanziati dalla legge di stabilità). L’Europa ha aperto un processo d’infrazione all’Italia chiedendo che le scuole paritarie paghino l’IMU e intimando ai Comuni e allo Stato di non aiutarle. Invece di metterle sotto accusa, l’Italia dovrebbe fare presente in Europa che le proprie scuole paritarie fanno risparmiare soldi allo Stato.
I numeri, legati inevitabilmente alla crisi economica, destano serie preoccupazioni anche in provincia di Varese dove la rete delle scuole cattoliche conta 4.000 studenti e trecento docenti. Allievi e insegnanti sono distribuiti in numerosi istituti: i collegi arcivescovili De Filippi di Varese e Bentivoglio di Tradate, l’Istituto Maria Ausiliatrice, l’Istituto Salesiano Maroni e il liceo Sacro Monte di Varese, il Rosetum di Besozzo, il Sacro Cuore di Gallarate e la scuola Manfredini di Varese-Schianno. Nella diocesi di Milano, che comprende anche la nostra provincia, operano 1022 scuole paritarie cattoliche con 127 mila studenti e denunciano una perdita di oltre diecimila iscrizioni rispetto al 2010.
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