Un’opera sicuramente monumentale, quella presentata a Villa Toeplitz lo scorso 25 novembre e dedicata alla “Storia dell’arte a Varese e nel suo territorio”: due tomi per complessive millecento pagine, mille illustrazioni, ventisette autori, trentanove capitoli… Non c’è dubbio che il progetto editoriale della “Storia di Varese”, nato nel 2004 su iniziativa dell’“International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities” (Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le Diversità Culturali) dell’Università degli Studi dell’Insubria stia dando i suoi frutti sia pure con la lentezza inevitabile in una opera di tale portata.
Finora, dei nove volumi previsti, erano stati pubblicati il secondo tomo del quarto volume dal titolo: “Il Monastero di Santa Maria del Monte sopra Varese”; il secondo tomo del settimo volume dedicato a “Varese una provincia con la cultura dello sport” e il secondo tomo del primo volume, dal titolo: “Varese nelle antiche stampe. XVII-XIX secolo”: argomenti specifici, dunque e un po’ “di nicchia”, mentre l’intento della nuova pubblicazione ha un respiro ben maggiore: seguendo un excursus cronologico che parte dalla cultura altomedievale di Castelseprio per arrivare alle testimonianze dell’eclettismo e del liberty del primo Novecento, ricostruire il patrimonio artistico-architettonico locale nella sua completezza puntando a delineare l’identità di questa porzione di territorio della Lombardia, apparentemente periferica ma aperta ai più aggiornati influssi europei.
I ventisette autori appartenenti a università e istituti di ricerca lombardi, coordinati dalla professoressa Maria Luisa Gatti Perer, scomparsa nel 2009, si sono cimentati in un paziente lavoro di sintesi ed aggiornamento delle ricerche che non da oggi interessano il nostro territorio, una realtà che, seppure non particolarmente nota e celebrata, vanta autentiche eccellenze: basti pensare agli affreschi altomedievali di Castelseprio, un “unicum” nella storia dell’arte europea, alla presenza di Masolino a Castiglione Olona, o alla “civiltà di villa” tra Settecento ed Ottocento.
Ma, come ha spiegato Andrea Spiriti, docente di Storia dell’Arte all’Università dell’Insubria e autore di alcuni saggi dell’opera, “lo sviluppo dell’opera è alterno con capitoli dedicati a temi trasversali, come ad esempio il Sacro Monte, o il Liberty varesino, altri capitoli incentrati su personalità artistiche di spicco, per citarne qualcuna: Pietro Antonio Magatti, Bernardino Castelli, Enrico Butti, o su temi specifici, come la datazione di Castelseprio o il collezionismo, con un ritratto delle figure di Guido Cagnola e Lodovico Pogliaghi”.
Un lavoro corale, dunque, che tuttavia non ha la pretesa della neutralità – ha ricordato ancora Andrea Spiriti – lasciando emergere la diversità (e la ricchezza) delle scuole di pensiero e delle interpretazioni dei diversi autori: un portato, questo, della professoressa Gatti Perer per la quale i volumi hanno rappresentato l’ultima fatica e che ha tenacemente promosso il collegamento tra docenti appartenenti a diversi Atenei lombardi ed il dialogo con le Sopraintendenze per i beni artistici.
La presentazione a Villa Toeplitz è stata anche l’occasione per ricordare la figura di Vivi Papi, fotografo varesino specializzato in riproduzioni d’arte, il cui fondo è stato donato dagli eredi all’Università nel 2007 costituendo la parte più cospicua dell’archivio fotografico del Centro Storie Locali e dal quale si è ampiamente attinto per il ricco corredo iconografico dei volumi.
Tutte le opere sinora pubblicate nella collana “La Storia di Varese” sono acquistabili presso l’Insubria University Press. Email: iup@uninsubria.it – www.uninsubria.it
You must be logged in to post a comment Login