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Storia

IL MONASTERO DI CAPOLAGO

GIUSEPPE TERZIROLI - 08/11/2013

La chiesa della Santissima Trinità a Capolago

Omonima di quella località svizzera che incontriamo dopo Mendrisio, in direzione di Lugano scopriamo la nostra meta di oggi: Capolago sul lago di Varese. Oggi è purtroppo località ai margini, conosciuta come sede di un albergo molto chiacchierato, in quanto all’interno di complicate vicende giudiziarie, stretto e tagliato in due nello sbocco al lago dalla tangenziale.

Ma il suo passato, per chi non lo sapesse, è ben diverso; parte da molto lontano, addirittura dal primo millennio. La parrocchia di Santa Maria, ora dedicata alla Santissima Trinità, risultava contornata da un gruppo di edifici, sicuramente utilizzati a scopi tra il civile e il monastico. La appartenenza amministrativa faceva riferimento non già a Varese, quanto a Buguggiate.

Pensiamo alla citazione della Santissima Trinità in un accordo tra l’arcivescovo Guido da Velate e il conte Rodolfo di Castelseprio, siglato tra il 1045 e il 1071 e che assicurava al monastero esistente terreni che con la loro rendita potevano assicurare il mantenimento dei monaci.

L’importanza di Capolago era del tutto pari ad altra comunità sullo stesso lago, quella del monastero di Voltorre. Nel 1152 in una pergamena l’abate si impegnava a consegnare all’arciprete di Santa Maria del Monte sedici moggi di frumento, anfore di mosto o vino, carri di fieno! Quanto è cambiato il mondo…

Nel 1300 il monastero di Capolago era ai vertici nel pagamento degli estimi. Nel 1564 “l’Abbazia di Codelaco”, nella singolare classifica varesina, come ci ricorda il professor Mario Bertolone nella sua “Terra Nostra”, edita a Milano nel 1954, per i tipi di Arturo Faccioli Editore, dei contributi è appena sotto la solita Voltorre: lire 145 contro 202, stracciando, si fa per dire, gli Umiliati di Varese, fermi a 70 lire. Ora purtroppo non abbiamo più nulla che ci ricordi questi momenti di grande fede se non lo sbiadito ricordo e la storia scarsamente riletta dei testi storici.

Ma perché fu soppresso il monastero? Perché – diciamo oggi – è stato alienato il seminario di Masnago? Parallelismi della storia: per mancanza di vocazioni monacali, nonostante i beni da liquidare fossero immensi. Furono incaricati i cosiddetti commendatari a condurre la gestione con l’obbligo di garantire la presenza di un cappellano per le funzioni religiose.

Non approfondiamo qui la storia della attuale chiesa parrocchiale, che sorgendo su un antico tempio romanico subì nel tempo radicali trasformazioni. La Parrocchia era molto estesa abbracciando Cartabbia, Loreto, Sant’Albino, tutti gli edifici di culto come la scomparsa chiesa di Santa Maria di Cartabbia.

Voglio ricordare ancora la precisa narrazione storica sulla attuale parrocchiale, le visite di San Carlo e altre cose contenute nel lavoro editoriale di Albertina Galli, Piero Metra, Danilo Tamborini edito nel 2012 dalla Parrocchia di San Massimiliano Kolbe con il coordinamento di Don Walter Zatta, sotto forma di calendario.

Fino a pochi decenni fa Capolago era un paesino tranquillo, un po’ lo è anche adesso, residenza di cacciatori e pescatori: i primi attratti dagli uccelli di acqua sostanti nei fondali paludosi e i secondi per fare bottino della fauna acquatica.

Grazie alla ciclopedonale del lago, che ce lo consente, il paesaggio offre soprattutto in autunno spunti coloristici emozionanti della natura con lo sfondo combinato di monti e lago.

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