Per un pugno di asilanti o per un pugno di letti per poveri disgraziati, così, parafrasando il titolo di un vecchio film western che parlava di dollari, potremmo dire dello scontro avvenuto tra Lega e PDL nella giunta comunale di Varese.
È lo scontro concluso col solito mercato delle vacche (col massimo rispetto di queste bovine che ci danno latte, carne e tanti derivati per la nostra alimentazione) a proposito del piccolo centro profughi di Varese. Una guerra per 7 ( sette ) posti in più nell’attuale postazione di via Pola.
Il tutto si era iniziato col fragore delle armi in Giunta Comunale tra la Lega e l’alleato PDL. Il caso appariva estremamente serio anche se sono ormai all’ordine del giorno i momenti di conflitto tra i due alleati che governano la città. Il modo di affrontare il PGT, il pagamento del parcheggio notturno, la concessione dei pass, i lavori pubblici… Ma questa volta lo scontro ha avuto toni tali da far emergere ancora una volta “l’istinto bestiale… delle bestie, cioè quello che si rivela dalla bestialità degli uomini”. O meglio di certi uomini e di certi partiti.
In vista dell’imminente scadenza (come sempre, si decide negli ultimi due giorni ) della partecipazione al bando nazionale di accesso ai finanziamenti legati ai posti disponibili per i migranti in attesa del riconoscimento di rifugiati politici, l’assessore Enrico Angelini (PDL) ha portato in discussione un progetto della Caritas di indubbio interesse. Trasferire il centro asilanti da Via Pola a Via Colle Campigli in una accogliente struttura di proprietà dei gesuiti, ora in abbandono. Maggiori locali e spazi e possibilità di avere disponibili 39 posti al posto degli attuali 18. Ovviamente si trattava di una richiesta di finanziamento garantita dal ” Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati” uno strumento promosso, guarda il caso, dal Ministero dell’interno, Ministro Roberto Maroni. Ma Varese è Varese, qui non passa lo straniero. Non solo i leghisti in Giunta sollevano questioni più o meno valide circa la destinazione urbanistica della Villa Mater Dei, la proposta nuova collocazione, ma nella partita entra subito mettendo i piedi nel piatto addirittura il segretario cittadino della Lega. Tanto per non smentire il forte carattere ideologico che si vuol dare al problema immigrazione e al veto questo dirigente politico parla addirittura di “Business in mano ai professionisti della carità a spese degli altri”. La Caritas farebbe affari. Una bestemmia subito respinta da coloro che cercano di “promuovere insieme alle istituzioni l’accoglienza e l’assistenza di chi fa più fatica sia esso italiano o rifugiato”. Anche i sindacati erano scesi in campo poco tempo prima.
CGIL, CISL, UIL avevano rivolto al Prefetto di Varese la richiesta di incrementare i posti disponibili all’accoglienza di primo livello dei richiedenti asilo, palesemente insufficienti nella situazione attuale. Ma tant’è. Il Governatore lombardo Maroni dice no. I sindacati giustamente si indignano “Ricordiamo a Maroni che il finanziamento di questi programmi avviene con fondi specifici, in gran parte coperti dall’Unione Europea e che quindi non si tratta di risorse sottratte ai giovani o ai disoccupati per i quali, tra l’altro, non ci risulta ci siano grandi risorse regionali e ancor meno comunali per la facilitazione dell’alloggio”. In poche parole, smettiamola di far credere che aiutando degli stranieri si danneggiano gli italiani.
Come dicevamo all’inizio la guerra in Giunta si è conclusa in un modo incruento ma non meno indolore e alquanto comico. Un teatrino. Niente Villa Mater Dei, si rimarrà in Via Pola e si potrà passare dagli attuali 18 posti ad un massimo di 25, ma solo, intendiamoci, in casi di emergenza! Si è andati ai voti 4 a 3. Il PDL ha finto di tenere duro, piegandosi però di fatto al diktat leghista. La Lega ha votato NO tenendo alta la sua bandiera, ma per salvare l’alleanza e non prevaricare ha mandato in trasferta il Sindaco Attilio Fontana e l’ultrà Fabio Binelli. Si sa gli impegni istituzionali sono tanti… ed i due leghisti, invitati altrove, hanno disertato la Giunta.
Una Lega che non vuole smentirsi, col suo segretario cittadino che vorrebbe addirittura la chiusura del Centro asilanti. Che intende rimanere ferma alla legge Bossi-Fini, quella tra l’altro introduce il reato di immigrazione clandestina (un reato che contribuisce grandemente a riempire oltremodo le nostre carceri). Una legge nata in altre condizioni di immigrazione di provenienza essenzialmente balcanica con l’aggiunta di una illusorio coinvolgimento di un inaffidabile regime di Gheddafi nel controllo dell’immigrazione sahariana.
Il più amareggiato se non scoraggiato è stato il buon Gregorio Navarro, un tempo assessore comunale nella prima Giunta Fontana, ora responsabile decanale della Caritas, promotore del potenziamento del centro di accoglienza. “Questo comportamento – ha detto – fa male ai tanti varesini che ogni giorno si spendono per dare il proprio contributo ad alleviare situazioni di sofferenza”. Non possiamo che essere d’accordo.
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