Inter e Napoli la loro strenna prenatalizia, in Coppa, se la sono portata a casa. All’asciutto è rimasto il Milan che aveva una voglia matta di battere il Barcellona per rifarsi dello stop di Firenze di fronte al suo pubblico immenso per quantità e, fino a un certo punto dell’incontro, immenso anche nell’incitamento. Ma i rossoneri hanno finito, poi, con l’acquietarsi per addirittura inchinarsi di fronte a un’altra immensità: quella del gioco dei catalani.
Aveva voglia di vincere il Milan. Troppa voglia di vincere sbagliando così, in maniera assoluta, la tattica unica con cui si può cercare di battere la prodigiosa formazione di Guardiola. Tattica che non deve pretendere di contrastare a viso aperto, simile potenza di gioco ma che deve solo mirare – nei limiti del possibile – a paralizzarlo tralasciando l’ambizione di pretendere una manovra fatta di larghi spazi e di ampio respiro. Così, come ha fatto il Milan, il Barcellona non si batte. Mille partite si possono giocare e mille partite si perdono. E nella trappola è caduto anche Allegri peccando, insieme a tutti i suoi giocatori, di presunzione.
La bestia nera dei rossoblù è stata finora l’Inter. Ma solo quella di Mourinho che non ha neppure tentato di giocare a calcio contro tali avversari limitandosi – in maniera vincente – semplicemente a non farli giocare bloccando ogni manovra a tre quarti di campo con un autentico muro tale da impedire agli avversari di avvicinarsi all’area nerazzura. Esattamente il contrario di ciò che ha fatto il Milan sicuramente danneggiato dalla troppa voglia di fare bel gioco.
Un Milan che – Coppa a parte – anche in Campionato dovrà rivedere qualcosa nei propri meccanismi se vorrà bissare il successo dello scorso anno, altrimenti lo scudetto finirà su maglie di altri colori. Vero è che di campioni la squadra rossonera non manca certo. Anche sicuramente in grado di prodezze isolate utili ad assicurarsi il risultato. Ma potrebbe – e può – non bastare mancando un gioco studiato di squadra e tattiche adottabili alle singole partite. In poche parole i rossoneri dovrebbero dare un’occhiata verso Torino dove c’è una formazione che quelle caratteristiche sicuramente possiede. Ma che di fianco al nero sulle maglie ha il bianco.
Due colori che pretendono la compagnia di uno stemma simbolo del primato.
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