Saranno in molti a chiedersi che senso abbia, oggi, venerare le reliquie di un Santo. Lungi dall’essere un gesto superstizioso o meramente devozionale, è in realtà il preciso richiamo alla testimonianza di un uomo che ha segnato profondamente la nostra epoca richiamandoci alla Fede in Cristo Gesù. Così è stata presentata giovedì scorso in conferenza stampa l’iniziativa di portare a Varese, dal 25 novembre al 1° dicembre prossimi, la reliquia del sangue del Beato – ormai prossimo alla canonizzazione – Giovanni Paolo II.
Come è nata l’idea? Sorta da associazioni e movimenti varesini, principalmente Il Movimento per la Vita e Rinnovamento nello Spirito sulla scia di quanto già fatto in molte città del mondo intero, è stata poi fatta propria dal Decanato di Varese ed ha visto in breve l’estendersi della collaborazione della Fondazione Paolo VI e di altri soggetti impegnati nella Chiesa locale ed il patrocinio ufficiale del Comune di Varese, a riprova di come la memoria di Karol Wojtyla sia ancora fortemente radicata nella nostra gente, a partire dalla storica salita al Sacro Monte del novembre 1984.
La reliquia sarà esposta nella Basilica di San Vittore dove i fedeli potranno accostarla dalle 6.30 alle 23.30 ma vi saranno due significative traslazioni “in forma privata”, presso le Romite Ambrosiane del Sacro Monte ed al carcere oltre ad una sosta presso la nuova cappella dell’Ospedale dedicata al Beato Giovanni Paolo II.
Un richiamo alla Fede a conclusione dell’Anno della Fede dunque, ma come ha ricordato monsignor Donnini anche un dono preziosissimo e l’occasione di metterci in ascolto con rinnovata disponibilità di cuore e nuovo impegno. Per questo ai momenti liturgici si affiancheranno eventi culturali e di rilevanza sociale. Il primo di questi sarà la rappresentazione teatrale Ti presento Lolek! (Storia di Karol Wojtyla, l’atleta di Dio) il 27 ottobre al Teatro Apollonio con ricavato a favore delle iniziative della Caritas, tra cui la mensa dei poveri alla Brunella.
Un accenno merita infine il reliquiario che contiene il sangue di Giovanni Paolo, prelevato il 2 aprile 2005, giorno della sua morte, e realizzato dallo scultore trevigiano Carlo Balljana. Così il Cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz, già segretario personale di Karol Wojtyla, racconta la genesi dell’opera: “Lo scultore ha realizzato il reliquiario dopo aver partecipato ai funerali del Santo Padre. Il reliquiario riprende la scena dei funerali dove sulla sua bara era stato deposto il Vangelo aperto. Improvvisamente un forte vento sul sagrato di san Pietro prima cominciò a sfogliare poi a chiudere il Libro come se chiudesse una tappa della evangelizzazione del grande Pontefice. Quel Vangelo ora è riaperto per dire che la testimonianza del Vangelo, che Giovanni Paolo II ha incarnato, continua a parlare al cuore degli uomini”.
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