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Chiesa

RICCHEZZA E LIBERTÀ

don ERNESTO MANDELLI - 27/09/2013

Sono tanti gli idoli che insidiano la vita dell’uomo, che lo condizionano fino al punto da togliergli la libertà: uno di questi è certamente la ricchezza. E quando l’uomo perde la sua libertà interiore la Bibbia lo paragona agli animali, che non hanno l’uso della intelligenza: ”L’uomo nella ricchezza non capisce, è come gli animali che periscono” (Salmo 49).

Commentando la lettera di San Paolo a Timoteo ( 1 Tim.6,2-12), papa Francesco lancia un grido forte e accorato contro i pericoli che le ricchezze rappresentano per l’uomo. È utile vederne alcuni passaggi.

Il primo danno è procurato dal denaro sull’uomo stesso, ne avvelena lo spirito. Il rischio è che il denaro diventi l’idolo al quale essere subordinati, idolo che comanda, decide, sottomette. Non sono più gli ideali alti, i valori a guidare la vita dell’uomo, ma la bramosia del denaro, che diventa un potere che lo fa deviare nella vita. Questo potere è concreto e visibile a livello personale. Il Papa parla del “cattolico che va a Messa… ma poi fa i suoi affari”. Non mancano anche nelle nostre comunità persone che si fanno una onorabilità perché benefattori dell’asilo infantile o di altre opere, ma che, con coscienza tranquilla, assumono persone a lavorare in nero e portano i loro guadagni nelle vicine e sicure banche svizzere.

A livello globale la critica del Papa al potere del denaro arriva all’intero sistema economico dominato dal capitale. Un sistema più volte denunciato dal magistero della Chiesa, che a livello mondiale crea divisioni insuperabili tra popoli ricchi e popoli poveri; e non è in grado di risolvere il problema endemico della fame di milioni di persone, anzi aumenta la arretratezza di interi popoli. Le cause e le analisi sono molte: basti pensare al neocolonialismo economico, alle barriere doganali poste dal mondo industrializzato al terzo mondo, allo spreco enorme dei paesi ricchi, al debito dei paesi poveri già estinto, che per complicati meccanismi economici continua a essere pagato. Risultato drammatico: ancora oggi milioni di poveri vivono sotto i livelli della fame.

E i cristiani? La Chiesa in Europa, secondo le autorevoli parole del cardinal Martini, “è invecchiata e stanca”. A determinare questa situazione non è estraneo l’avvento del benessere economico e del consumismo che ha intaccato anche le Chiese con la conseguenza dell’affievolimento dello spirito evangelico e della tendenza a rinchiudersi nelle proprie case e nelle proprie comunità, incuranti dei poveri che stanno alla porta.

Il Papa richiama con forza la parola di Gesù: “Non si può servire a due padroni: o Dio o il denaro”. Si rifà anche alle parole dei Padri della Chiesa: “Il denaro è lo sterco del diavolo”. L’insegnamento evangelico è chiaro: la conversione nasce nell’uomo che accoglie con fiducia la Parola seminata nel suo cuore e la mette in pratica. È chiaro allora che solo persone rinnovate sapranno dare vita a forme nuove di convivenza a ogni livello e sperimentare anche in ambito economico sistemi orientati sempre più a giustizia, uguaglianza, solidarietà.

Anni fa alcuni studiosi ipotizzavano una “economia del dono” come forma possibile per risolvere i problemi dell’ umanità.

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