Un nuovo parco pubblico per Varese: di nuovo ho scritto all’assessore alla tutela ambientale del Comune di Varese, che appunto ha annunciato la decisione di realizzare un nuovo parco pubblico in città di 38.000 metri quadri, tra Giubiano e Belforte, per manifestargli al riguardo tutta la mia approvazione, mia e dell’associazione che rappresento.
Ho evidenziato, tuttavia, l’esistenza di problemi che posso individuare nella gestione del parco pubblico (a chi spetti e con quali oneri e obblighi); nella forma giuridica che si vuole utilizzare (si intende realizzare un nuovo PLIS?); nell’individuazione dei soggetti pubblici e privati coinvolgibili.
Non vorrei – ho spiegato – che sia fatta una cattedrale nel deserto e ho dunque invitato l’assessore a scrivere a questo giornale per chiarire i citati problemi.
Desidero fare, per esempio, una proposta riguardo i fondi impiegabili per l’acquisto degli alberi da piantumare. Alla domanda ‘Chi pagherà gli alberi che si intende piantare entro il parco?’, rispondo con immediatezza: i genitori dei nuovi nati, come previsto dalla legge. Se accogliesse questa mia, l’assessore fornirebbe di fatto una risposta alle mie numerose domande in tema che ha sempre mancato di riscontrare.
Riguardo alla vocazione agricola del parco, che l’assessore intende dare, pure in ciò concordo. Non esiste a Varese un grande ed esaustivo museo etnografico sulla storia della tradizione agricola del territorio. Il Comune di Varese conserva negli scantinati beni impiegati nell’agricoltura che mancano di sistemazione.
Nella zona di Bobbiate esisteva però un piccolo museo etnografico che era solo visibile dietro appuntamento e del quale, dopo l’annullamento delle circoscrizioni, non sappiamo più nulla.
Il fatto che ora l’assessore voglia rendersi protagonista della realizzazione di questo parco, potrebbe portare alla realizzazione di spazi adeguati a mostrare gli strumenti di una vocazione, da secoli, del territorio. Brinzio, molto vicino alla sede della Parco naturale Campo dei fiori, ha da poco allestito un museo etnografico proprio sulla tradizione agricola del suo territorio.
Se dunque anche Varese volesse rendersi protagonista dell’allestimento di un apposito spazio museale, potrebbe essere stabilita una connessione provinciale e con il Cantone Ticino, dove i musei etnografici oltre ad abbondare, sono caratterizzati da un’alta proposta culturale.
A Varese è sussistente presso l’Ordine degli architetti un’associazione ecomuseale in cui siede anche il sindaco Fontana. C’è quindi attenzione al recupero della storia e delle tradizioni del territorio. Detta associazione è presieduta dal dottor Gian Giacomo Cavenaghi. Potrebbe, per favore, contattarlo e stabilire con lui un da farsi, che potrebbe essere ricco di potenzialità interessanti?
Ricordo, tra l’altro, come la Regione Lombardia abbia in essere un’apposita legge per il finanziamento degli Ecomusei.
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