Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

AL SERVIZIO DEL PIANETA UOMO

DINO AZZALIN - 13/09/2013

 In una recente analisi sull’intreccio tra “Scienza tecnica e civiltà occidentale” Marco Buzzoni su “Studium – Roma2012” dà un contributo importante al significato moderno del progresso tecnico-scientifico, che ha in parte fallito il termine propositivo con il quale si era affermato con la rivoluzione galileiana.

Da quando, infatti, la scienza ha iniziato il suo cammino, e fino al diciannovesimo secolo, il progresso scientifico è sempre stato sinonimo di progresso civile e umano quasi a inventare una sorta di Nuova Atlantide. Dall’utopia baconiana sino al sogno illuministico di una società rischiarata dai lumi della ragione, la scienza è stata considerata artefice di un mondo migliore e più giusto.

Ma due guerre mondiali, Hiroshima, Seveso, Cernobyl, Fukushima, i disastri ambientali su mari, cielo e terra, il rischio di inquinamenti globali, il buco dell’ozono, le centraline delle città che controllano le polveri sottili con il timore di una catastrofe climatica – solo per limitarsi ai casi più noti – hanno distrutto in poco meno di mezzo secolo questa visione ottimistica e ingenua della scienza.

La cosa che più sorprende è che nel ventesimo secolo l’uomo di scienza si è trovato a giustificare non soltanto le nuove scelte d’indagine ma “anche la sua stessa esistenza, che oltretutto richiede risorse finanziarie sempre più ingenti, sottratte al perseguimento di altri obiettivi irrinunciabili a iniziare dall’eliminazione della fame del mondo…” , che nel 2013 è una vera tragedia, insieme alla povertà dei paesi a sud della Terra. A questo si aggiunge un sistema globale iniquo e duro ad arrendersi all’evidenza di scelte sbagliate, dal famigerato strapotere delle agenzie di rating a una crisi economica e finanziaria, a un rischio reale (leggi Siria) di un nuovo conflitto mondiale di religioni, che non ha precedenti nella storia.

Purtroppo, forse a poco possono servire i digiuni o le parole coraggiose di Papa Francesco. “La guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”, perché ciò che è deciso nelle stanze del potere è sempre in qualche modo irrevocabile. Ma questa non è la strada, o meglio è sempre stata questa la strada che ci ha portato all’immane tragedia di “questo Mondo”, in cui viviamo; e se l’uomo “illuminato”non guida al fascino della bellezza e verso la pace, se non inverte la sua rotta ma prosegue la terribile sequela di elementi che ci hanno portato a questa crisi planetaria, allora per noi sarà la fine dell’Impero. Essere andati sulla luna e avere scoperto altri pianeti non ha cambiato le sorti del nostro, anzila Terrasi è paradossalmente impoverita.

Certo l’importanza della rivoluzione galileiana (un po’ come quella del web) aveva fatto intravedere delle soluzioni al destino del genere umano che sono state in gran parte disattese e lo saranno sempre finché a tutti non è garantito il diritto alla vita, alle cure sanitarie e all’acqua e alla libera circolazione per il mondo. Perché se io capisco l’importanza del cannocchiale nelle scoperte di Galileo Galilei, che mostra come la tecnica doveva andare al servizio della scienza, ma nega i più elementari principi di sussistenza reale, oggi questo assioma in linea di principio non è più accettabile.

La scienza, o meglio il “sistema tecnico-scientifico” termine così caro a Evandro Agazzi (Le rivoluzioni scientifiche e il mondo moderno – Novara 2008) ha fallito nei confronti dell’uomo sul quale aveva riposto tutte le sue speranze. Non parliamo di cose complesse ma di quelle essenziali: la vita, le cure, l’acqua, il pane. Agire sulla realtà sarebbe il nuovo compito della scienza sulla scienza-tecnologica globale e non soltanto per criteri politico-utilitari bensì per modificare la natura alla luce di significati e di concetti nuovi che intervengano nella realtà “sbagliata” in cui noi tutti nostro malgrado viviamo. E non soltanto agendo o intervenendo sulla realtà attuale, ma soprattutto creando nuovi modelli di pensiero e di cultura, capovolgendo, sovvertendo, i significati e le scelte speculative che sono state appannaggio dei due ultimi secoli e che hanno distrutto l’ambiente e immiserito l’uomo. A parte la penicillina e Internet, le grandi invenzioni sono sempre state annunciate e mai dichiarate, e intanto molte risorse sono state bruciate da ricerca scientifica scellerata e orge consumistiche hanno deviato l’origine del significato che avevano in essere.

Da qui si deve ripartire, rifondando e capovolgendo i valori di riferimento, oltre alla cultura e all’arte e di solidarietà di un nuovo riscatto sociale, il nuovo assetto tecnico scientifico, riportando e utilizzando le immani risorse e dell’uomo al servizio del Pianeta uomo, non solo quello occidentale ma l’uomo nella sua specie più diffusa nel mondo. Cioè l’intera specie umana.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login