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Società

SUBITO LA GUERRA AI GRAFFITI

CESARE CHIERICATI - 06/09/2013

“I teppisti della bomboletta sono come cani che fanno pipì e segnano il territorio”, parole inaspettatamente dure e bellicose quelle consegnate alle cronache cittadine, in data 28 agosto scorso, dall’assessore alla Polizia locale Carlo Piatti. Finalmente viene da dire dopo anni di menefreghismo e di tolleranza accidiosa da parte di Palazzo Estense. Culminata il 3 gennaio di quest’anno con un’improvvida dichiarazione ai media locali del sindaco Attilio Fontana il quale, in buona sostanza, invitava i varesini a rassegnarsi a una città, non diciamo sporca, ma mediamente trasandata e sdrucita perché contro la maleducazione dilagante, madre di tutti i vandalismi, resistere non serve o quanto meno serve a poco, sembrava sottintendere il primo cittadino. Qualche settimana prima aveva anticipato il suo pessimismo civico paragonando Varese a Bologna e Parigi, due realtà evidentemente fuori scala e proprio per questa ragione di certo alle prese con fenomeni di vandalismo in quantità più rilevante rispetto alla città giardino.

Per anni i media hanno instancabilmente denunciato, inascoltati, l’avanzata di imbrattatori e graffitari che dopo il centro storico hanno invaso anche castellanze e quartieri al punto che ormai si può tranquillamente parlare di vere e proprie discariche di graffiti, alcune collocate in centro: corso Aldo Moro, via Cavour, via Avegno, vicolo Canonichetta, via Como; altre più in periferia: via Monguelfo, via Settembrini, via Dante, via Castellini. Tanto per citarne solo alcune nell’uno e nell’altro caso.

Piatti dissotterra dunque l’ascia di guerra e promette un inventario degli imbrattamenti sui muri privati e pubblici per capire a quante mani siano riconducibili e quindi stabilire con buona approssimazione di quanti giovani è composto il manipolo dei writers nostrani che poi tali spesso non sono visto che le città italiane, proprio per la stanca debolezza delle azioni di contrasto, sono una specie di terra promessa a livello europeo. Accanto ai decifratori di tags e quant’altro promette anche qualche pattuglia di 007 in borghese che dovrebbero sorprendere sul fatto i vandali percorrendo in lungo e in largo la strade cittadine possibilmente di notte e si spera in auto.

Ottime intenzioni ma di difficile realizzazione senza un grande progetto di solidarietà civica capace di coinvolgere associazioni culturali, associazioni di categoria, enti vari e privati cittadini. Senza una guerra corale sarà molto difficile spuntarla su un fenomeno che non solo Varese ma l’Italia intera ha tollerato da almeno due decenni fornendo di volta in volta giustificazioni socio artistiche risibili. Per dare credibilità al progetto servirebbero da subito un paio di interventi esemplari di pulizia da parte del Comune: porre fine allo sconcio dei portici di corso Aldo Moro sul lato del palazzo INPS e chiudere, dopo le 20.30 con apposite cancellate vicolo Canonichetta. Serve qualche segnale forte dopo un interminabile lassismo, con tempi non geologici possibilmente.

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