Natale s’avvicina; passeggiando per Varese se ne inizia a respirare il profumo e le atmosfere. L’abete di Piazza Monte Grappa è già addobbato; le luminarie sono installate; le vetrine dei negozi iniziano a esibire l’aspetto scintillante e opulento delle Feste. Qualcuno pensa che il Natale possa divenire spunto di rilancio d’immagine della nostra città: i nostri amministratori lanciano sui giornali locali il programma “Varese Green City” che a molti varesini sembra fare il verso minore al ben più celebre “Carneade! Chi era costui?”; almeno però il Manzoni si esprimeva in un italiano comprensibile a tutti e non seguiva mode anglofone di mettere tutto in inglese, quasi che questo semplice artifizio linguistico riesca a dare dignità e ridondanza ad un evento minore. La stampa locale ci informa che ci aspetta un Natale veramente speciale, fatto di iniziative finalizzate al gran rilancio dell’immagine di Varese “Città Giardino”.
Ad ogni Natale, come le nenie delle zampogne, ci viene propinato un bel programma, dove si inserisce di tutto e di più, quasi che debba essere la quantità e non la qualità a determinare l’importanza o il buon esito di un’ iniziativa. La prima impressione è che il fumo prevalga sull’arrosto!
Per due anni ci siamo sorbiti EuroChocolate; manifestazione il cui legame con Varese forse non era chiaro nemmeno agli ideatori dell’iniziativa; per non parlare delle “Notti bianche” estive che avrebbero dovuto dare un impulso fondamentale e duraturo al nostro turismo; i grandi risultati ottenuti sono stati poi ben visibili a tutti i varesini.
Quest’anno sembra prepararsi – all’interno della non meglio definita iniziativa “Varese Green City” – un cocktail dove ci hanno messo di tutto: l’ambiente, i parchi, visite guidate, alberi, abeti, alberelli addobbati dai bambini, zampognari, piste da pattinaggio e da sci e perfino un “Giardino d’inverno”, con tanto di ponte che scavalcherebbe la fontana, in Piazza Monte Grappa. Viene naturalmente citata e inserita nel programma anche Expo 2015, che ormai non manca mai e che si avvia a divenire la soluzione e l’ancora di salvezza per tutti i nostri guai e magagne. Il tutto nel nome della riqualificazione e vivibilità della città; sarebbe più appropriato affermare del suo centro storico, dato che gran parte delle iniziative sono concentrate proprio lì, alla faccia dei rioni, delle castellanze e delle periferie.
E così mentre le statistiche di austeri e credibili quotidiani nazionali – Il Sole 24 ore – o di autorevoli associazioni ambientaliste – Lega Ambiente – relegano Varese nella parte medio – bassa della classifica della vivibilità ambientale – e ogni anni scivoliamo sempre più giù -, si pensa di guadagnare posizioni con iniziative estemporanee, con programmi fini a se stessi, riempiti di luoghi comuni.
Insomma chi vuole respirare e godere le atmosfere natalizie deve spostarsi in centro, dove non mancheranno attrazioni varie, luci, luminarie, suoni e spettacoli. Poco importa se in periferia, anche in quella non tanto remota come via Crispi o viale Europa, gli impianti di illuminazione pubblica non funzionano o vengono spenti – per risparmiare o perché obsoleti? – alle sei di mattina, quando è ancora buio pesto con evidenti pericoli per i cittadini e gli automobilisti.
Non ho nulla in contrario all’abbellimento del centro cittadino, al voler far respirare le atmosfere natalizie ai varesini – chi sarebbe mai contrario? -, ma per favore non cerchiamo di confondere le idee, di pretendere e sostenere che il fumoso programma “Varese Green City” sia un lodevole tentativo per la riqualificazione ambientale della Città Giardino. È bene ricordare e sottolineare che Varese, città verde, la si costruisce giorno per giorno, con la programmazione e con le idee chiare e non certo con i proclami o con il gettare slogan sui quotidiani locali e nelle conferenze stampa. Varese, città verde, la si costruisce con il miglioramento della qualità dell’aria, non costruendo autosili all’interno di parchi storici, distruggendoli, la si costruisce investendo nella mobilità alternativa, rispettando il territorio, adottando piani urbanistici che tengano conto delle peculiarità ambientali uniche di Varese.
Non la si costruisce certo con gli addobbi natalizi, con fatui giardini d’inverno artificiali costruiti e poi disfatti nello spazio di un amen, con le luminarie e le zampogne.
Chiamiamo il Natale e le iniziative collegate con il loro giusto nome; che non diventino il pretesto per trovare finalità e programmi che invece colpevolmente latitano.
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