Il Liberty varesino, le ville e l’albergo del Campo dei Fiori costruiti all’inizio del ‘900 furono l’opera di grandi architetti come Giuseppe Sommaruga, Ulisse Stacchini e Giulio Macchi ma furono anche il prodotto di una “cultura diffusa” che apparteneva a falegnami, scalpellini, capomastri, mosaicisti, decoratori e artigiani del ferro battuto, un know-how che oggi si è perso e che andrebbe recuperato. Sarebbe interessante rilanciare le scuole di formazione professionale per insegnare ai giovani i “saperi della bottega” e le regole di quella manualità diffusa che sono stati dimenticati; e il restauro di ferri, cementi e stucchi nelle ville e negli hotel sarebbe una formidabile fonte di lavoro.
Lo afferma l’architetto Angela Baila, docente al Politecnico di Milano e specializzata nel restauro dei monumenti che ha promosso la mostra sul Liberty a Varese nella chiesetta dell’Annunciata accanto al santuario di Santa Maria del Monte. “Quando gli studenti escono dalle facoltà hanno il problema di fare esperienze in cantiere – spiega –. Purtroppo oggi mancano le botteghe e le scuole di formazione come c’erano una volta, così stiamo perdendo un prezioso patrimonio culturale. La prima cosa da fare è salvare la conoscenza dei caratteri costruttivi di quell’epoca storica ed è ciò che stiamo facendo con la ricerca dei testi di manualistica”.
Alla mostra sono intervenuti il professor Eugenio Guglielmi del Politecnico di Firenze, autore di uno studio sul rapporto tra forma, materia ed estetica e Giuseppe Barra, presidente del Parco regionale del Campo dei Fiori, che ha dato un’importante notizia: “La proprietà del Grand Hotel e del vicino ristorante liberty è disponibile a discutere il recupero e la fruizione dei due edifici. La priorità è adesso spostare le antenne e i ripetitori dal tetto dell’albergo, un problema di cui si parla da tempo. Personalmente vedrei bene, in futuro, la sede italiana del Centro internazionale culturale del Liberty nel vecchio ristorante, punto d’arrivo del secondo tratto della funicolare”.
Nel corso della mostra sono stati esposti i pannelli del censimento che lo staff del Politecnico di Milano sotto la guida di Angela Baila (Claudia Caramel, Anna Anzani, Margherita Guarisco) sta svolgendo in centoquaranta comuni del Varesotto con le splendide fotografie di Albertina Galli, studiosa e guida specializzata dei beni artistici della montagna varesina. Ed è stata annunciata la prossima uscita di un volume con le foto e le schede delle ville private e degli edifici industriali, ex stazioni, scuole, alberghi e case di riposo del nostrano stile floreale.
“I Comuni più solleciti a rispondere sono stati Induno Olona, Orino e Comerio – rivela l’architetto Baila –. Entro sei mesi contiamo di pubblicare il primo di due volumi legato proprio alle architetture del Parco del Campo dei Fiori e dell’area a nord di Varese. Conterrà il primo lotto di fotografie, le schede e la parte introduttiva con la spiegazione del censimento e della cultura liberty, la lettura sull’estetica, la forma e i materiali degli edifici minori varesini e il reportage sui pannelli esposti nella mostra. Per raccogliere il resto del materiale ci vorrà più tempo”.
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