Parlare di vacanze in questo tempo di crisi economica diffusa sembra una beffa, anzi lo è, per tante famiglie e persone che questo termine hanno escluso dal loro vocabolario. Anzi una buona fascia di famiglie non ha mai messo nei suoi programmi il tempo-vacanze, passate fuori dall’ambiente normale di vita. Certamente esiste invece una larga fascia di popolazione, non toccata dalla crisi economica, che si può concedere vacanze ai monti o al mare, in Italia o all’estero.
Esiste comunque un tempo necessario per tutti, nel quale sia possibile e doveroso pensare un po’ di più a se stessi, alla propria vita, al tempo che sfugge, al senso che diamo alla vita stessa. In particolare occorre verificare se, nei decenni passati di benessere economico e di consumismo, la qualità della vita è cresciuta, riferita soprattutto alla vita interiore, quella dello spirito.
È indubbio che il tempo del benessere economico non ha favorito,anzi per molti ha ostacolato una maggior libertà interiore. Onestamente dobbiamo riconoscere che il benessere economico ha prodotto una struttura culturale che ci ha in parte travolti, obbligandoci a pensare secondo i suoi schemi e a inseguire le sue presunte libertà, mortificando di molto gli spazi dell’anima.
Per questo mi pare utile per tutti ricordare l’antico motto “conosci te stesso”, come invito a guardarci dentro e a verificare fino a che punto siamo realmente “liberi”, perché proprio questo significa diventare donne e uomini maturi.
Fatta questa premessa, vorrei ricordare le indicazioni preziose elaborate dai monaci del deserto (dal III al VI sec. d.C. Palestina, Siria, Tebaide) alla ricerca di se stessi, alla scoperta delle dinamiche interiori dello spirito, che fortemente ci condizionano, le cosidette “passioni” o vizi capitali (avarizia, ira, invidia, gola, lussuria, accidia, superbia), aggiungendo ad ognuna di esse un semplice commento. L’esperienza dei monaci ci dice che nel controllo di queste forze si costruisce giorno per giorno l’uomo maturo.
Nel confronto con gli altri
Conosci la tua avarizia:quando rifiuti di condividere i beni della terra con gli altri uomini. Conosci la tua ira: quando rifiuti di vivere nella pace il tuo incontro con gli altri uomini . Conosci la tua invidia: quando rifiuti di riconoscere il bene e la felicità anche negli altri uomini.
Nel confronto con te stesso
Conosci la tua gola: quando rifiuti di dominare te stesso,ma è il cibo che si fa padrone di te. Conosci la tua lussuria: quando rifiuti di vivere la tua sessualità nel dominio di te e nell’amore per l’altro/a. Conosci la tua accidia: quando rifiuti di essere responsabile del tempo che vivi e dello spazio che occupi. Conosci la tua superbia: quando esalti il tuo io e non trovi spazio per Dio. È la radice di tutti i mali.
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