Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: “Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”. Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: “Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?”. Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde che avevano tagliate dai campi.
Quelli poi che andavano innanzi e quelli che venivano dietro gridavano:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!
Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betania. (Marco, capitolo 11, versetti 1-11)
Ci è mai capitato di vedere degli uomini prendere qualcosa che ci appartiene senza chiedercelo prima, senza avvisare, e portarla via? Se è successo, con tutta probabilità non abbiamo soltanto detto loro: “Perché fate questo?”; quasi certamente, furenti, ci siamo diretti contro di loro credendoli ladri, interessati ad arricchirsi depredandoci, saccheggiando. Per esempio, pensiamo a qualcuno che “scioglie le briglie” della nostra automobile e la scassina; a qualcuno che salta sulla sella della nostra bici, del nostro motorino senza fare nessuna piega, scomporsi per ciò che sta facendo, ma serenamente ce li sottrae. Diremmo: che faccia tosta! Cercheremmo di imporci nel nostro diritto di possessori di beni contesi, proveremmo a far desistere chiunque tentasse di prenderseli, recuperandoli, il prima possibile. Contrariamente, nel Vangelo quei “presenti” descritti da Marco non si alterano nel rapportarsi coi discepoli mandati dal Maestro per portare via l’asinello; chiedono piuttosto cortesemente: “Perché fate questo?”.
Ora, scartando che gli inviati di Gesù siano dei ladri incalliti, così da sottrarre qualcosa all’insaputa dei legittimi proprietari, dobbiamo credere che i “presenti” descritti siano proprio le persone proprietarie dell’asinello. Ma allora, come si spiega l’arrendevolezza, la condiscendenza mostrata da questi, i quali lasciano fare? Forse conoscono quei discepoli giunti sull’uscio della loro casa per slegare l’asino o forse ne conoscono la missione e la considerano buona, da favorire, senza fare troppe discussioni… Non è possibile saperlo. Possibile è però credere che queste persone trovate dai discepoli facciano parte del gruppo dei “molti” che si entusiasmano per il Nazareno, gridandogli: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”, e che non perdono l’occasione di facilitargli il compito, stendendo tutto ciò che riescono sulla strada dissestata su cui passa: mantelli, fronde, fogliame, spogliando se stessi insieme alla natura, affinché tutto concorra a favorire Gesù. Questi padroni di cose, di animali che servono loro, divengono servitori che mettono a disposizione beni i quali possono servire Cristo, senza questionare, negoziare, senza protestare; ma cercando di conoscere cosa accade nella loro vita, volendo partecipare consapevolmente e con coscienza al disegno divino che li riguarda da vicino. Chiedono: “Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?”. Chiaritelo – sembra che domandino – perché possiamo capire cosa vuole questo Signore! Spesso, ci è richiesto di accettare la sua volontà, come è espresso nella preghiera recitata a mani sollevate nel cielo del Padre: se non vi riusciamo festosamente, con gioia, possiamo farlo con il consenso dei figli riconoscenti.
Che diremo se dei discepoli inviati ci vorranno prendere qualcosa per la Chiesa, per darle sostegno? Sosterremo che non ne ha affatto bisogno? Pretenderemo che ci rimandino subito quella cosa appena finito di utilizzarla? Poniamo che la nostra station wagon, condotta dal Parroco caricandovi il sacrestano con tutti i chierichetti, sia l’ideale mezzo di trasporto per permettere le benedizioni natalizie delle case e delle famiglie… La cederemo volentieri?
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