In Perù se vuoi viaggiare e visitare luoghi devi mettere in conto di stare seduto un sacco di ore su un bus. I treni non esistono e gli spostamenti in aereo sono ancora relativamente proibitivi per la classe media. Devi andare in un posto che si trova a otto ore di distanza? Ah ma allora è vicino!
In Perù se un peruviano ti ha dato appuntamento per un’ora già sai che si presenterà almeno un’ora dopo. È Infatti bene chiedere al momento dell’appuntamento se si intende l’orario “inglese” o l’orario “peruviano”.
In Perù se vuoi farti un bagno turco non devi andare dove lo pubblicizzano. Infatti il bagno turco in realtà è un bordello in grande stile.
In Perù se i peruviani ti devono fare una critica ti mandano una mail. Sono troppo “buoni” per parlartene in faccia.
In Perù quando ti danno cinque soles falsi è come se cominciassi a giocare a “ce l’hai” e devi cercare di passarlo a qualcun altro senza farti sgamare (sperando sempre che non siano cinquanta o cento i soles falsi).
In Perù se sei alto più di un metro e settanta sei considerato un gigante e puoi venire ingaggiato direttamente dalla nazionale peruviana di pallacanestro.
In Perù se hai paura dei cani randagi… ecco forse è meglio se non vieni in Perù.
In Perù la voglia di calcio è talmente forte che si festeggia un pareggio di una partita per le qualificazioni al mondiale Under 21 come la vittoria della coppa del mondo con cortei per le strade, vuvuzele e gioia generale.
In Perù il clacson delle macchine è il suono ascoltato più volte in assoluto. Vuoi avvisare che stai passando? Clacson. Hanno messo la tua canzone preferita alla radio? Clacson. Stai per metterti un dito nel naso mentre sei fermo al semaforo? Clacson.
In Perù adorano pronunciare le parole inglesi come vogliono, senza rispettare l’accento e la trascrizione originale. Questo porta a storpiature di nomi e alla creazione di una nuova lingua. Tra giovani amici ci si chiama broder (un po’ come il nostro “zio” del nord Italia). E gli amici in questione è molto probabile che si chiamino Maikol e Pol (si esatto proprio scritti così) se non addirittura Maikol Jexon.
In Perù si mangiano polli in qualsiasi maniera, in qualsiasi orario e per qualsiasi esigenza. Non ti senti bene? Non hai fame? Sei un po’ malato? Mangia un pollo o perlomeno un brodo di gallina. Secondo la mentalità peruviana il pollo è la risposta a ogni problema.
In Perù non esistono regole stradali. Non esiste inversione a U proibita, non esistono corsie da rispettare, basta un colpo di clacson e tutto è permesso. I pedoni non hanno alcun diritto. È verde? Stai per attraversare? Non puoi farlo tranquillamente, prima bisogna sempre controllare che non arrivi qualcuno dall’angolo perché le macchine hanno la precedenza. Sempre.
In Perù si inizia l’università a diciassette anni. Il primo anno si possono frequentare un po’ tutti i corsi per cercare di capire bene quali sono le preferenze. Dopodiché si sceglie il percorso definitivo e se si è bravi ci si laurea a ventitre anni. In età per competere con i coetanei a livello internazionale.
In Perù se non sai ballare la salsa o muoverti decentemente in una pista da ballo non sei nessuno e non ti sposerai mai.
In Perù chiunque abbia la carnagione chiara è considerato un “gringo”. Sia che sia russo, americano, eschimese o europeo.
In Perù la festa patria nazionale si comincia a festeggiare e a preparare almeno un mese prima, come il Natale.
In Perù è definito terremoto solo quello che abbatte le case e muove le strade come se fossero delle onde, tutti gli altri sono solo “tremori”.
In Perù se sei in un bus è usanza usare il cellulare come se fosse una radio e mettere ad alto volume la propria musica preferita (inequivocabilmente cumbia) che di conseguenza e per forza di cose deve diventare la musica preferita di tutti i passeggeri. Non importa che siano le sei del mattino, le quattro del pomeriggio o le due di notte. Se poi si prova a farlo notare, chiedendo gentilmente di spegnere o perlomeno mettere delle cuffiette, si viene guardati male come se si avesse chiesto di spogliarsi nudi.
In Perù, i maschi più fighi si fanno crescere l’unghia del mignolo. Non si è ancora capito se viene fatto per essere utilizzata per pulirsi le orecchie o se è per dimostrazione di bellezza e forza, come i palchi per i cervi.
In Perù hanno vini imbevibili, soprattutto per noi italiani abituati decisamente bene. Però sono produttori esclusivi di Pisco, una delle più grandi invenzioni del mondo conosciuto. Per diventare amici per la vita con un peruviano basta ubriacarsi con lui a suon di Chilcani (pisco e ginger ale) e vi racconterete anche i vostri segreti più intimi.
In Perù le offerte di luoghi da visitare dal punto di vista paesaggistico sono immense. Si può partire dalla nebbia e dalle grandi spiagge della costa, passando per la sierra andina con le sue montagne che toccano i quattromila metri e più, per arrivare nella selva dove il verde più verde e le zanzare ti aspettano ansiose di succhiare il tuo sangue gringo.
In Perù il livello di inquinamento stradale, industriale e abitativo (molte case hanno il tetto in Eternit) è talmente alto che vivere qua un anno credo che mi stia portando via almeno cinque anni di vita.
In Perù la crescita economica sta attraversando un ottimo momento, però le differenze di classe sono così elevate che è facile vederle attraversando semplicemente la città di Lima. Si può incontrare una via con ville, piscine, servizi di sicurezza, ristoranti e negozi talmente di lusso da fare invidia a via Monte Napoleone a Milano. Però spostandosi con appena mezz’ora di bus si può incontrare una via con baracche e discariche a cielo aperto e gente che rovista nella spazzatura. Purtroppo le grandi organizzazioni internazionali guardano solo ai numeri (del PIL, di crescita economica) e così non ritengono più il Perù un paese in via di sviluppo e meritevole di aiuti.
In Perù le donne e le ragazze si mettono i cellulari nel reggiseno. Lo fanno, non per aumentare la misura del proprio seno, ma perché se vengono derubate almeno il cellulare si salva. In più quando conoscono un ragazzo in discoteca e devono scambiarsi il numero, tirando fuori il cellulare dal seno effettuano una mossa ritenuta particolarmente sexy.
In Perù chiunque può essere un taxista. Basta avere una macchina e appiccicare un adesivo sul parabrezza con sopra scritto anche “tacsi”. A volte i taxisti si proteggono dai ladri con una gabbia di metallo, così può sembrare di viaggiare nella macchina di Kurt Russell nel film Grindhouse.
In Perù l’offerta di frutta è talmente vasta e disponibile tutto l’anno che se si volesse si potrebbe mangiare un frutto diverso ogni giorno per un mese (fragole, papaya, avocado, ananas, banane, cirimoia, fico e fico d’india, melograno, kiwi, arance pesche e prugne di tutti i tipi).
In Perù Gesù è acclamato come se fosse una star del cinema. La sua immagine campeggia in ogni dove, sulle macchine, sui bus, sui muri, sui cappellini, sulle magliette, nei supermercati. I suoi occhi ti guardano sempre. Forse han paura di sentirsi soli. Qualsiasi mendicante sa che se pronuncia il suo nome la maggior parte dei peruviani si sentirà in dovere di elargire qualche monetina, se no la pena è l’inferno.
In Perù ci sono sempre inconvenienti per portare a termine qualsiasi tipo di cosa, però sempre alla fine “todo se arregla”, tutto si aggiusta e si ottiene il risultato. Magari non quello che si era voluto inizialmente ma forse uno migliore.
In Perù adorano dare soprannomi “all’inverso”. Se sei magro come un chiodo ti chiamano gordo (questo è il mio caso per esempio). Sei più scuro di un orango tango? Allora ti chiameranno rubio (biondo). Sei grasso quanto tutto il Perù? Sei “el flaco”. Sei più bianco di un norvegese che è stato chiuso in casa per la maggior parte della sua vita? Sei “el negro” (ovviamente questo è il meno diffuso di tutti). Dopodiché tutti questi nomi si trasformeranno in gordi-ito, rubiec-ito, flaqu-ito, negr-ito. Tutto è ito in Perù. Ahora? È ahorita. Un rato (un momento)? È un ratito. Il carro (la macchina), la casa, la cerveza? Carrito, casita, cervecita. Tutto è ito anche se i peruviani di ito non hanno proprio un bel niente se non la statura.
In Perù le file nei negozi, in banca, in posta non esistono. Ognuno si crea la sua fila immaginaria in testa che vuol dire arrivare e pretendere di essere serviti all’istante. In Perù hanno fatto uno stile di vita dell’espressione “il cliente ha sempre ragione”. Ed è incredibile come nessuno si arrabbi mai. I commessi, i camerieri gli impiegati hanno una pazienza infinita o semplicemente non sanno che cosa sia il rispetto per una persona che lavori.
In Perù la bevanda nazionale e più bevuta in assoluto è l’Inka Kola. Una bevanda gassosa giallastra al sapore di cicca (di proprietà della Coca Cola). La mattina ci si sveglia e si fa colazione con l’Inka Kola, si pranza con Inka Kola, si cena con Inka Kola e sono sicuro che si lavino anche i denti con l’Inka Kola. Poi si chiedono perché sono obesi.
Il termine Inka viene utilizzato per vendere molti prodotti nazionali e addirittura per nominare le farmacie (Inka Pharma). Poi però chi ha discendenze e tratti fisici prettamente inca, viene ostracizzato e discriminato sul lavoro perché ritenuto “indigeno” e quindi non elevato culturalmente.
In Perù non esiste il phon per asciugarsi i capelli. Non si è bene capito ancora il motivo, ma sfido chiunque a trovare una peruviana con i capelli asciutti la mattina quando esce per andare all’università o a lavorare. E se la trovate la sera ancora con i capelli umidi molto probabilmente non è dovuto all’acqua…
In Perù è altamente vietato buttare la carta igienica nel water perché se no intasa le tubature. Per questo motivo tutti i bagni sono dotati di cestini di grandi dimensioni. Mi sono talmente abituato a questa cosa che quando tornerò in Italia dovrò metterne uno enorme nel mio bagno. L’unico problema è che per esempio se ci si dimentica di fornire il bagno di questo cestino (come può succedere in quelli pubblici), la gente comincia semplicemente a tirare la carta igienica nell’angolo creando così in poco tempo una piramide di fazzolettini intrisi…
In Perù per scaldare l’acqua delle docce non viene usato un boiler ma un apparecchio elettrico che va attivato prima di cominciare a lavarsi. L’unico inconveniente (ce n’è sempre uno infatti) è che una volta attivato, la doccia e le sua manopola vengono pervase da elettricità. Quindi se per caso la si sfiora, una bella scarica di non so quanti volt ti colpisce in pieno, facendoti ricordare che se non vuoi morire giovane in Perù bisogna tenere molto bene a mente questo particolare.
In Perù sui bus non ci si annoia mai. Ogni momento salgono diversi tipi di avventori. Chi vende un kit per cucire, chi palline di cioccolato, chi suona il charango (tipico strumento peruviano), chi cerca di attirarti nella chiesa della sua nuova religione, chi canta Bocelli in un italiano perfetto, chi invece canta musica rap improvvisando al momento, chi vende gelati, pop corn, arachidi, frutta, chi vende una penna per cancellare l’inchiostro, chi un CD per imparare l’inglese o a cucinare e chi il balsamo di tigre.
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