Cultura

ALLE ORIGINI DEL CARMINE

PAOLA VIOTTO - 19/07/2013

Si celebra domenica a Luino, dopo una settimana di incontri e iniziative, la festa della Madonna del Carmine, legata ad uno dei santuari più suggestivi del Lago Maggiore. La chiesa sorge sul lungolago, un po’ discosta dalla strada grazie ad un piccolo sagrato, e offre al visitatore una facciata dall’eleganza discreta, che introduce ad un interno sobrio e luminoso.

La nascita dell’edificio è legata alla presenza dei Carmelitani e in particolare a una singolare figura di frate la cui esistenza è ben documentata storicamente, ma la cui vita sfuma nella leggenda che la tradizione popolare gli ha tessuto intorno nel corso dei secoli. Jacopo da Luino nel 1477 aveva lasciato il convento di Melegnano per tornare nella terra d’origine della sua famiglia e fondarvi una chiesa e un convento. La sua predicazione fu così convincente che il 24 settembre un abitante del luogo gli donò i terreni su cui dovevano sorgere. Tuttavia egli ebbe solo il tempo di vedere gli inizi dei lavori dato che morì pochi mesi dopo.

Gli uomini di Luino decisero di portarne comunque a termine l’opera e nel 1478 si rivolsero addirittura alla Duchessa di Milano, affinché contribuisse con una donazione alla fabbrica. Ben presto al fraticello vennero attribuiti miracoli compiuti in vita e in morte, come la prodigiosa rimozione dal luogo dove si scavavano le fondamenta della chiesa di massi enormi che gli sforzi di molti uomini non erano riusciti a smuovere. La chiesa venne costruita secondo i modi del tardo gotico lombardo, aggiornati con qualche timida novità rinascimentale.

Un’ipotesi suggestiva, anche se purtroppo non dimostrabile, vuole che l’originaria fisionomia dell’edificio corrispondesse a quella che si vede nell’affresco con la Madonna di Loreto dipinto all’interno . La costruzione che vediamo attualmente è però il frutto della stratificazione storica di interventi succedutisi nel corso dei secoli, con poche tracce che ne testimoniano le origini.

L’edificio ha una sola navata suddivisa in due campate, con un grande arco trionfale affrescato che introduce al presbiterio concluso da un’abside semicircolare. Poco prima del presbiterio si aprono ai due lati della navata due cappelle, dedicate l’una alla Vergine Addolorata l’altra alla Madonna del Carmine che, pur non essendo perfettamente simmetriche, producono l’effetto di un transetto. Si tratta comunque di aggiunte posteriori, databili presumibilmente al Seicento quando la chiesa fu oggetto di una serie di lavori di rinnovamento. La cappella oggi detta “del Crocefisso” situata sulla parete settentrionale a sinistra dell’ingresso, che ospita un ciclo di affreschi datati 1544, fu costruita grazie ad un lascito della nobildonna Marta Riva. Sull’altare ospita un affresco staccato con la Maddalena ai piedi della Croce, proveniente forse dall’annesso convento e attribuito al pittore Guglielmo da Montegrino, attivo agli inizi del Cinquecento.

Alle origini stesse del Carmine ci riportano invece i resti di una nicchia, venuti alla luce sulla parete meridionale in seguito alla rimozione dei tamponamenti posteriori. Questa struttura, che in origine doveva terminare in modo diverso ai lati ed essere più ampia tanto da ospitare un altare, contiene il già citato affresco della Madonna di Loreto tra figure di Santi, sormontato dall’immagine della Pietà.

Nella chiesa si trovano altri affreschi interessanti di epoca cinquecentesca: una Madonna della Misericordia, che si rifà ad una devozione molto diffusa nel Luinese, un’Adorazione dei Magi e una bella Sacra Famiglia, per la quale è stato anche avanzato il nome di Bernardino Luini: Tutti riflettono il fervore di un secolo in cui le principali famiglie di Luino fecero a gara per sostenere i lavori della chiesa, facendone un centro religioso quasi in concorrenza con la parrocchiale di San Pietro.