Incontro è venuto a te invano per abbracciarti, come una madre i suoi figli.
I nostri padri a te guardavano città della pace.
Il tuo destino: accogliere le genti, guida ai sentieri di Dio. Da te attendevano la legge dall’alto, il giudizio per i popoli.
Da te speravano la pace: non più lance e spade, ma vomeri e falci.
A te sono venuto con sofferte domande, il cuore è gonfio.
Cosa ti ha impedito di riconoscere il Figlio fatto uomo.
Mitezza e umiltà non hanno scalfito la durezza del tuo cuore.
Accoglienza e perdono: per ossessi e peccatori, malati e prostitute.
Ora su di te la sua croce: non scandalo e stoltezza, ma sapienza dell’amore.
Per questo sono venuto: non c’è per il mondo altra speranza.
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