Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

UN ADDIO CON RIMPIANTO

SERGIO REDAELLI - 19/07/2013

Don Angelo se ne va. Settant’anni ancora da compiere – è nato a Monza il 10 novembre 1943 –, lascia la parrocchia di Santa Maria del Monte di cui era parroco e arciprete da undici anni (ma arrivò un anno prima quando c’era ancora don Mario Cortellezzi). Con un po’ di rimpianto, ha firmato e consegnato la lettera di dimissioni nelle mani del vicario episcopale monsignor Franco Agnesi e andrà personalmente a salutare l’arcivescovo, cardinale Angelo Scola. Lascia con un po’ d’amarezza perché, a cinque anni dalla pensione che scatta a settantacinque anni per la legge ecclesiastica, non avrà più il ruolo di parroco. È destinato a Fogliaro come semplice amministratore.

“Non ho chiesto io di andare via – sospira – ma ubbidisco come promisi di fare il giorno della mia ordinazione. Del resto l’intervento di protesi che ho subito per l’artrosi a un ginocchio e che prima o poi dovrò ripetere con l’altro, non mi lasciava scelta. Ormai faccio fatica a camminare in salita e in discesa nelle stradine del borgo ed è giusto mettermi disciplinatamente a disposizione. Diciamo che ora potrò camminare in pianura. Il nuovo ambito d’azione è Fogliaro, Bregazzana, Sant’Ambrogio e forse Padre Kolbe se si uniranno in comunità pastorale. Avrò minori responsabilità. È difficile accettare il momento della pensione. L’ho predicato tante volte dal pulpito, ora lo vivo di persona”.

“Credo di poter fare un bilancio positivo di questi dodici anni al Sacro Monte, ho seguito i fedeli con impegno sia dal confessionale che con la predicazione. Ammetto di avere avuto un po’ di carenze fisiche per i problemi al ginocchio nel visitare i malati e nel dare le benedizioni. Se ci sono stati contrasti con l’autorità comunale è sempre avvenuto in uno spirito di sana amicizia, in fondo predicavo una maggiore attenzione verso i pellegrini che arrivano al Sacro Monte e non trovano indicazioni sugli orari della funicolare, che non sanno come si fa a prendere il biglietto e via dicendo. Il sabato e la domenica c’è il guaio delle multe e non è il modo migliore di accogliere i visitatori”.

Don Angelo è un uomo dal carattere schietto. Qualcuno ricorda che a causa delle multe minacciò d’incatenarsi davanti a Palazzo Estense: “Fu un gesto eclatante e ovviamente non lo misi in pratica, è un tipo di protesta che non si addice a un prete – sorride –. Me lo fecero presente con una telefonata anche i parrocchiani di Solbiate. Insisto a dire, però, che centootto euro di verbale da pagare sono tanti per chi ha fatto tardi in chiesa. A livello pastorale avrei voluto seguire meglio gli ammalati e gli anziani, considerando che l’età media al Sacro Monte si è elevata e che bisogna muoversi più spesso. Rimpianti? Mi sarebbe piaciuto migliorare l’illuminazione del santuario e rimettere in sesto la facciata e i cornicioni della basilica”.

“Ci penserà il mio successore monsignor Erminio Villa che arriva da Tradate – confida don Angelo –, la basilica è l’unica cappella della Via Sacra che non è mai stata ritoccata, solo ripulita, ma stucchi e pezzetti d’intonaco ogni tanto si staccano dai cornicioni interni. In cantoria ho dovuto far mettere le reti di protezione e ho segnalato il problema alle Belle Arti. Per me sarebbe una priorità d’intervento. Servono tanti soldi. Al mio successore raccomanderei di fare in modo che il pellegrino si senta accolto e che trovi sempre la possibilità di confessarsi. Molti salgono fin quassù per questo. Il santuario è rimasto una chiesa penitenziale. La Madonna invita i pellegrini a venire e bisogna accoglierli con la confessione e la predicazione”.

Ancora una domanda. Ci sono molte polemiche sul progetto del parcheggio alla Prima Cappella, chi lo vorrebbe più vicino alla stazione di partenza della funicolare, chi preferirebbe arretrarlo in città per poi salire al borgo con i mezzi pubblici. Lei di che parere è?

“Io non voglio entrare nelle scelte tecniche che competono alle autorità civili – risponde il battagliero parroco –, mi limito a dire che più vicino è il parcheggio all’Arco del Rosario e meglio è. È giusto che i turisti e i pellegrini possano parcheggiare sia in basso all’imbocco della salita a piedi, sia in alto vicino al santuario. Dei nove Sacri Monti dell’Unesco otto hanno il parcheggio, solo a Varese manca. Qualche volta si può anche imparare dagli altri o no?”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login