Tutto esaurito al Sacro Monte per la seconda rappresentazione teatrale. Testo intelligente e vivace, scenario stupendo, riflessioni appropriate al caso anche ritornando al mezzo di trasporto per ridiscendere dalle altezze del mondo allo spirito alla vita quotidiana.
Senonché… anche la pazienza di molti si esaurisce al primo tornante, quando il pullman messo a disposizione dall’organizzazione incoccia in due auto astutamente parcheggiate e abbandonate sul tornante stesso, con la conseguente impossibilità di procedere. Per qualcuno si è rapidamente esaurito anche l’effetto spirituale, qualcun altro ha fatto esercizio di penitenza, aumentando quindi i meriti testé acquisiti.
Non nego di avere in un primo tempo pensato tutto il male possibile degli automobilisti in oggetto e di aver loro augurato qualche piccolo guasto o cose simili, bruciando per l’appunto i pochi punti-paradiso che mi illudevo di avere lucrato. La faccenda si è poi risolta in pochi minuti grazie all’abilità del guidatore del pullman, che ha fatto scendere i passeggeri per alleggerire il mezzo e con un’abile retromarcia, l’uso di qualche gradino e l’abbondante consumo di frizione, è riuscito a passare oltre, lasciando intatti i mezzi incriminati e prevenendo i poco cristiani istinti di chi voleva farne rottame.
Una successiva più calma riflessione mi ha indotto a pensare che gli sciagurati non fossero giovinastri saliti per farsi una birretta di corsa e ignari della possibilità di una corsa di autobus a sì tarda ora. Ovviamente non poteva trattarsi neppure di abitanti del luogo, magari inviperiti per avere trovato i parcheggi loro riservati occupati da turisti, spettatori o pellegrini.
Sì, ho pensato: saranno stati proprio due di noi, affascinati dalla prospettiva della sacra rappresentazione, preoccupati di un lieve incolpevole ritardo e ansiosi di arrivare prima che i posti migliori fossero occupati. Un po’ come succede alla Messa domenicale, quando abbiamo la preoccupazione di arrivare in tempo per sentire echeggiare ancora qualche parola del Vangelo, di modo che, come Chissachì ci ha insegnato, la Messa sia “valida” per soddisfare il precetto. Così lasciamo le nostre vetture in sosta vietata, sulle curve, sui dossi e sulle strisce pedonali, fiduciosamente affidate alla misericordia divina.
Sì, anche al Sacro Monte deve essere successo qualcosa di simile. Il fine giustifica i mezzi.
Sì, è capitato anche a me, svariate volte, lo confesso, ma chiedo perdono e faccio il proponimento (non la promessa, non chiedetemi troppo) di non farlo mai più. E prometto anche di pensare, ogni volta che vedrò una vettura abbandonata in malo modo nei pressi di una chiesa all’ora della Messa, allo sforzo che ha fatto quel tale per arrivare comunque, nonostante la moglie, o il marito o i bambini o la nonna o la partita in tv o…
In fondo meritano un’apologia paradossale, sono tutti involontari testimoni di un faticoso zelo per la casa del Signore.
Quanto a me, affiderò non la vettura, ma la mia anima alla misericordia divina e preferirò magari aumentare il ritardo alla Messa, ma parcheggiare decentemente.
Sono sicuro che la colpa sarà considerata veniale.
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