La storica Villa Porro Pirelli di Induno Olona torna in attività con un nuovo gestore dopo una lunga interruzione. L’albergo, quattro stelle, era stato chiuso nel febbraio 2012 quando Boscolo Hotels interruppe il rapporto con Ask, il concessionario privato che amministra la villa su mandato dell’amministrazione comunale cui appartiene dal 1991. Ora Ask ha individuato il nuovo partner nel gruppo Hotel alla Salute di Venezia che ha finanziato i lavori di restauro e la messa a norma delle strutture per riaprire l’attività ricettiva e di ristorazione. L’hotel è tornato a essere operativo dal 21 giugno 2013.
Con una cinquantina di camere, i soffitti di legno, i saloni affrescati e decorati a stucco, Villa Pirelli è un ben conservato esempio d’architettura settecentesca lombarda ed è una delle ville signorili più affascinanti del Varesotto. È adagiata su un’altura nel rione Broglio con la pianta a forma di L, disposta su tre piani, al centro di una tenuta di 14mila metri quadrati con la cappella privata, tre ristoranti, sale convegni, zona fitness, aule didattiche e tre meridiane. Il giardino all’italiana è suddiviso in tre terrazze con fontane ovali e balaustre in pietra dalla vista panoramica.
La villa fu residenza di campagna di Gian Pietro Porro, patriota, viaggiatore, sindaco di Induno Olona cui la municipalità ha dedicato un busto sotto i portici del vecchio palazzo comunale. Gian Pietro nacque a Como il 20 novembre 1844, figlio primogenito di Francesco e Chiara Giovio e nipote dell’omonimo Gian Pietro Porro, suo nonno, che nel 1823 aveva fondato la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Studiò nel collegio militare di Milano, poi all’accademia militare di Torino dove conseguì il grado di sottotenente di cavalleria e nella scuola di cavalleria di Pinerolo.
Partecipò alla terza guerra d’indipendenza nel 1866 con il grado di tenente e guadagnò una menzione per il coraggio dimostrato nella battaglia di Custoza. Nel 1872 si dimise dall’esercito e partì per l’Argentina, risalì il Rio de la Plata, il rio Paranà, esplorò il Gran Chaco al confine tra l’Argentina e il Paraguay e l’anno dopo pubblicò il resoconto del viaggio sul giornale La Perseveranza e raccolse le memorie in un libro intitolato “Da Genova al Gran Chaco e viceversa”. Rientrato in patria, sposò Giuseppina Rossi figlia di un ricco commerciante e nel 1876, alla morte del padre, divenne il quinto conte di Santa Maria della Bicocca e signore di Induno Olona.
Diresse la Società milanese d’esplorazione geografica e commerciale in Africa e organizzò una spedizione ad Harar, in Etiopia, che gli costò la vita nell’eccidio di Gialdessa l’8 aprile 1886. In seguito alla sua morte e a quella della moglie, avvenuta nel 1891, la villa di campagna a Induno Olona passò di proprietario in proprietario sino a quando nel 1947 la fondazione Pietro e Alberto Pirelli l’acquistò per destinarla a casa di riposo per i dipendenti delle Industrie Pirelli. Agli inizi degli anni ’90 entrò a far parte del patrimonio del Comune di Induno per effetto della donazione operata dalla Pirelli S.p.A.
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