Pier Luigi Nervi è uno dei più grandi ingegneri del XX secolo: la sua parabola produttiva lunga più di mezzo secolo è contraddistinta dalla ‘novità’ e dalla ‘sperimentazione’: la vera cifra del suo operato è di essere sempre in grado di produrre concretamente opere ‘nuove’ su cui viene solo in un secondo momento elaborata una teoria del progetto.
Nel trentennale della scomparsa si è aperta una discussione critica sulla sua produzione che ha dato lo spunto alla prima rassegna sistematica ‘Pier Luigi Nervi. L’architettura molecolare’, ora ospitata al Castello di Masnago, dopo varie tappe in città italiane ed estere.
La mostra si dipana in una sequenza di 150 riproduzioni in alta definizione di fotografie storiche progetti materiale grafico, carteggi, disegni alcuni dell’archivio professionale personale, che illustrano il percorso culturale, i rapporti con la committenza, la complessità di progettazione e realizzazione dell’ingegnere, supportata da ‘intuizioni costruttive e strutturali’ grazie alle quali è stato ‘concorrenziale per i tempi e i costi della realizzazione’ di grandi opere nel periodo che va dal 1930 al 1970. Sono coperte da brevetto la pre-fabbricazione strutturale del 1939, il ferro cemento del 1943, i conci d’onda del 1948, il solaio a nervature isostatiche del 1949, i tavelloni romboidali del 1950.
Nervi ha la capacità di ‘vedere’ le sollecitazioni prodotte dai carichi all’interno delle strutture e, di conseguenza, sa dimensionare correttamente gli elementi portanti: la verifica numerica della sua ‘intuizione’ conferma la correttezza delle ipotesi progettuali; i suoi strumenti di calcolo sono il regolo e la calcolatrice meccanica, la conoscenza del comportamento del calcestruzzo armato è agli albori. La produzione di Nervi diviene legge a sé stessa e agli innumerevoli altri progetti che dalla sua lungimiranza scaturiscono.
Una produzione simile non è frutto di spirito visionario e fantasioso d’artista – è questo un motivo che distanzia anni luce l’ingegner Nervi dai suoi contemporanei e collaboratori architetti: la lungimiranza qui è supportata da solidissime conoscenze nell’ambito dei calcoli matematici, delle leggi della fisica, della chimica dei materiali. Usa genialmente materiali mai usati prima di lui, crea addirittura il ferro-cemento, elemento composto di strati di maglia d’acciaio, riempiti di malta e calcestruzzo: innovativo, versatile, resistente ed elastico permette applicazioni di grande impatto. E’ un pioniere nel modellare, curvare, calibrare il cemento armato che tratta come se fosse fatto di lame sottili e malleabili, che riesce a plasmare con grande abilità grazie alla sua profonda conoscenza delle tecniche costruttive.
Tutta la materia, quella che forma i metalli e le rocce o quella organica che compone vegetali e animali, all’aria, all’acqua di fiumi e mari, è fatta di atomi, ioni e molecole; il vuoto non esiste nel mondo in cui viviamo: è solo una teoria ipotetica. In natura le molecole creano una varietà infinita di elementi semplici e complessi: seguendo il percorso creativo tracciato dalla natura, l’uomo può utilizzare determinati materiali da costruzione e realizzare edifici complessi. Se il mondo naturale è altamente selettivo nel forgiare secondo i parametri dell’architettura molecolare, nel mondo umano, Pier Luigi Nervi, novello demiurgo, plasma crea usa gli atomi realizzando nuove forme e nuove realtà. In questo suo operare mantiene un atteggiamento ‘filokalos’; non persegue solo l’efficienza in ciò che progetta e realizza: i ‘suoi disegni, i suoi edifici, siano essi palazzi o hangar, siano Chiese o cartiere, siano uffici o sale di rappresentanza, sono espressioni di eleganza leggerezza equilibrio, proporzione secondo una cifra quasi vitruviana.
Nervi ha eccellenti competenze in materia di statica, sperimenta nuove tecniche industriali, come la prefabbricazione strutturale in cemento armato, che definisce ‘il più bel materiale che l’umanità abbia mai inventato’: la sostanza si fa forma e si traduce in opere cosmotiche che paiono frutto di sensibilità estetica solo a chi non comprende che la forma perfetta è logica conseguenza della applicazione delle leggi della fisica e della statica.
Di origine ligure come il cognome tradisce, nasce a Sondrio nel 1891, si laurea in ingegneria civile all’Università di Bologna e lavora per una decina d’anni all’ufficio tecnico della Società per costruzioni cementizie bolognese; allo scoppio della Prima Guerra mondiale viene richiamato nell’esercito come ufficiale del genio.
A partire dal 1920 lavora a Roma sperimentando forme e materiali: realizza scalinate elicoidali sospese arditamente nel vuoto per lo stadio comunale di Firenze; tra il 1935 e il ’43, per conto della Regia Marina, realizza le gigantesche aviorimesse destinate a ospitare gli aerei degli idroscali di Orbetello, di Marsala e di Pantelleria, tuttora in uso alle Forze Armate italiane, e dell’aeroporto di Castel Viscardo presso Orvieto, impiegando ardite soluzioni nella progettazione delle volte di copertura a campata unica, che caratterizza con archi incrociati di cemento, riduce il numero dei punti di appoggio, aumenta considerevolmente le luci interne: ne risulta una struttura geodetica elegante e avveniristica. Perfeziona via via il modello giungendo all’utilizzo di parti prefabbricate, innovazione importante che consente maggiore velocità di realizzazione e riduzione dei costi.
E’ già famoso nel 1945 quando viene pubblicato il suo libro ‘Scienza o arte del costruire’ in cui espone la sua ‘teoria del costruire’ ; con gli anni del boom economico aumentano i lavori la fama diviene internazionale, come anche le committenze.
Dopo aver brevettato il ferro-cemento arriva a risultati di grande eleganza e solidità nella progettazione; realizza il Palazzo delle Esposizioni a Torino per il centenario dell’unità d’Italia del 1961; il palazzo dell’Unesco a Parigi; il grattacielo Pirelli a Milano; la cattedrale di Santa Maria a San Francisco; la stazione degli autobus a New York. L’opera che lo consacra a ‘mito’ dell’ingegneria civile del XX secolo e lo rende famoso in tutto il mondo è l ‘Aula Paolo VI’ in Vaticano, voluta da Paolo VI per ospitare 10 mila fedeli, che viene comunemente indicata come ‘Aula Nervi’.
Nel 1961, a Mantova, Nervi realizza la cartiera Burgo, una struttura che appare ‘come imprigionata nei cavalletti di un ponte sospeso i cui telai raggiungono i 50 metri di altezza’. La nota caratteristica dell’edificio è il suo svilupparsi in un unico ambiente lungo 250 metri, indispensabile per accogliere il macchinario lungo oltre 110 metri destinato a produrre la carta e a trasformarla in rotoli alti oltre sette metri. Le varie fasi di costruzione mostrano che ogni particolare parla il linguaggio della sperimentazione della tecnologia che è il vero nucleo dello stile di Nervi.
Spettacolari e innovative le tecnologie costruttive usate per il Palazzo del Lavoro a Torino; l’ ampio padiglione quadrangolare di oltre ventimila metri quadrati è costituito da moduli a base quadrata, di 40 metri per lato, ciascuno sorretto da un pilastro centrale rastremato in altezza, che termina con una caratteristica raggiera di travi in acciaio dal diametro di ben 38 metri. L’illuminazione è una prova di virtuosismo ingegneristico: la luce proviene da lucernari ricavati dallo scostamento di ciascun modulo e da un complesso sistema di lamelle frangiluce la cui inclinazione varia a seconda dell’esposizione solare. Fino al termine della sua esistenza sogna di realizzare il ponte sullo stretto di Messina: sospeso, a campata unica. Decide di partecipare al concorso: è il 1969. Dieci anni più tardi è l’anno della sua morte.
‘Pier Luigi Nervi . L’architettura molecolare’
Museo d’arte moderna e contemporanea
Castello di Masnago
Varese21 giugno – 29 settembre 2013
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