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Cara Varese

SALONE ESTENSE E MONELLI

PIERFAUSTO VEDANI - 21/06/2013

La presentazione del “Percorso Ignis” al Salone Estense
(dalla pagina Facebook della pallacanestro Cimberio)

Il tempo che  rapinatore! Sandro Gamba  arriva sorridente, ma il suo incedere è reso più spedito da un bastoncino da sci che nasconde la riparazione a un’anca. E anche Guido Carlo Gatti, un tempo in grado di morsicare  il ferro del canestro andando a rimbalzo o al termine di un’entrata, ha dovuto fare i conti con  capricci  fisici, e poi gli altri con chili in più, capelli argentei: tutti pacifici e statuari pensionati, ma non  più guerrieri dello sport  se non nello spirito e nella comunanza di ricordi grandiosi;  tutti ancora e sempre felicità e orgoglio  della nostra comunità.

E pure la  comunità all’incontro del 15 giugno è  ben rappresentata da pancette prominenti e volti sorridenti, ma solcati dai segni delle rapine del tempo. È a Palazzo Estense il raduno per l’omaggio alla grande Ignis: un percorso  cittadino con   targhe  dedicate  ai luoghi amati dai giocatori. È  stata  una  magnifica idea di Flavio Vanetti, scriba varesino da anni  al Corsera e più attento di noi colleghi  locali alla necessità di costruire la  storia di una squadra degna di menzione anche tra un secolo.

L’incontro è nella sala del Consiglio comunale e servirà anche per spiegare le recenti clamorose risse verbali dei civici amministratori. La proiezione infatti di preziosi filmati non avviene  nel silenzio che consente di afferrare bene il sonoro  mentre  anche la presentazione   del “Percorso  Ignis” fatta da Luca Corsolini e Vanetti ha dei vuoti  audio non da poco tanto che il mio amico Martignoni ha avanzato l’ipotesi che la rissa  e le incomprensioni per la cittadinanza a Mussolini, una guerra comunque tra sordi, non ci sarebbero state se la discussione fosse  avvenuta in un ambiente  idoneo.

Per la verità le finestre del Salone Estense  erano aperte, inoltre  favoriva la sordità la noiosa lista istituzionale di coloro che dovevan dire di  avere capito che l’idea  delle targhe era ottima, e infine mancava il tempo per far parlare i testimoni più attesi, i giocatori. Sotto questo aspetto un  meeting un tantino pizza, alimento poi comprensibilmente  rifiutato  al party che nel giardino ha concluso l’avvenimento.

E  proprio la temperatura gradevole e  la amata sinfonia verde del parco hanno indotto gruppetti spontanei  di ospiti a quieti conversari  anche su argomenti  extrasportivi.

Un ripasso di notizie e avvenimenti recenti, valutazioni  serene  di situazioni intricate e angoscianti, nelle quali gli errori sono sempre dietro l’angolo. Sono casi in cui può essere particolarmente  importante l’analisi dei comportamenti:  viene allora spontaneo di chiedere se il pm Agostino Abate in tanti anni abbia fatto sconti a qualcuno. Mai, è stata la  risposta rapida, unanime.

Del  mio gruppetto fa parte il sindaco: Attilio Fontana sin da ragazzo ha tifato Ignis, è contento per il successo del “Percorso” dedicato alla squadra, tutti abbiamo il buon gusto di non chiamarlo in causa su temi d’attualità bosina. Io ho  appena letto  su RMFonline.it l’eccezionale  documento di Massimo Camillo Fiori sul disastro urbanistico di Varese, ma non cedo alla tentazione. Anche perché si tratta di storia che in parte risale nel tempo.

Varese non ha solo i Monelli della Motta, ai quali dobbiamo lo splendido lavoro per perpetuare la sagra di sant’Antonio Abate. Varese ha anche i monelli di Palazzo Estense, instancabili  nel tirare i sassi ai lampioni, vale a dire nel dare vita a scelte spesso opinabili, a volte purtroppo arrendevoli  davanti alle incursioni  delle Sturmtruppen cementiere della sanità  formigoniana. Gli ospedali  di Circolo e il Del Ponte  ricostruiti sul posto sono una bestemmia urbanistica:  peggio non si può dire. Ci sono però altre  atomiche pronte per essere sganciate da bombardieri regionali sul piccolo e già massacrato tessuto cittadino:  l’unificazione delle stazioni  e la Varese verticale, cioè con grattacieli da fare invidia a New York e Chicago. Lo ricorda appunto il nostro Fiori. Giusto quindi lasciare in pace il sindaco anche perché poche ore dopo rivedendo  una Como  ben più trascurata di Varese non ho certamente avuto nostalgia dei monelli di Palazzo Estense, ma  ho iniziato a coltivare la grande illusione di qualche corale ravvedimento,  per  esempio uno  stop al delitto che verrà commesso contro la  storia e la tradizione della città: lo scavo del  parcheggio sotto il verde  di Villa Augusta. Infatti ci si prostra una volta di più  davanti alle  Brigate Grigie – quelle del cemento –  della sanità regionale. Se tra qualche mese a Giubiano saranno entrate  in azione le ruspe  probabilmente  passerà la proposta del Martignoni: al momento giusto  un “Percorso” cittadino di targhe  con foto e carriera dei monelli di Palazzo  Estense.

Il nostro, dice il Martignoni, sarà  un modo ben più civile di tirare i sassi.

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