Il settimanale Il Popolo Varesino del 17 gennaio 1917 riporta una lunga lamentela rivolta alle Ferrovie Nord:
“Quando la Direzione delle Ferrovie Nord – per innegabile economia di consumo – soppresse il treno partente da Varese alle 7.26, da ogni parte si levò un coro di vive proteste. E giustamente. (si era in guerra)
Dobbiamo anche lamentare la deficienza assoluta di riscaldamento nei treni del mattino, quando maggiormente i viaggiatori (i quali possono essere anche abbonati!… ) sentono il bisogno di un po’ di caldo. Non parliamo delle carrozze di terza classe, le quali sembrano eternamente destinate al freddo e al sudiciume. La “ Nord” non è democratica, e neppur proletaria! Si era osato…. sperare che le nuove carrozze di prima e seconda classe – nelle quali è possibile un buon riscaldamento a vapore – dovessero servire anche per i treni del mattino; ma virtù di alto senno volle che …. tali carrozze fossero adibite ai treni nei quali minima è l’affluenza dei viaggiatori! Pazienza!
Si era osato sperare …. che almeno quattro miseri scaldapiedi venissero in aiuto dei viaggiatori mattinieri per alleviare i rigori invernali; ma provvidenza di zelante servizio volle che li scaldapiedi fossero distribuiti a freddo, o quasi, nelle varie carrozze dei treni in partenza da Laveno e da Varese. Tale inconveniente, sgradito ed ingiusto, dipende da chi e da che cosa? Le nostre informazioni ci indurrebbero ad attribuire la causa di ciò ai “ Signori” di Milano, che non viaggiano e siedono comodamente e ben riscaldati nei diversi uffici. E se così, non hanno torto. Viaggio io forse ?!?…”
Disagi di quasi cent’anni fa, probabilmente risolti si potrebbe ribattere; ma nel volume “Letteratura e Popolo” Macchione riporta una poesia di un Anonimo pubblicata il 22 febbraio 1956 su ” L’Ordine Nuovo”, settimanale della federazione provinciale del PCI.
La poesia è in un dialetto approssimativo, ma qui non interessa tanto lo stile quanto il contenuto anticipato dal titolo I “confor” della Nord.
Ecco il testo:
Ghe sta na persona un pu de temp fà che la ditt… sul la “ Nord “ l’è bel viagià… ghe un servizi che l’è esemplari vero servizio… straordinari… Se ved che de treni n’à pruvaa v’un sul ch’ el proeuva a viagià cun quel di scigul?… Cun quei caruzei del secul passaa tutt foeura uso cui ass disgiuntaa cun su di restei (a) a la piaza di port a vedè se le bell viagià su la “ Nord “… In sui caroz di treni uperari se poeu cuntà i stell se se guarda per ari se guardun per tera ghe un’alter guai se cunta i bulun che tegn fermi i rutai. A la matina, i scompartiment de posti quaranta, sem denter in dusent… Cum’è classic acciughe in di baril! sem denter presaa, anca in mezz ai sedil se riva a Milan cui oss supresaa el col tutt sturgiu, e i cai tutt pestaa… Di finistrone vegn dent la fiocca sel pioeuv, del tecc vegn giò n’à quai gota… capita spess che n’à quai banchetta in dul viagg la perd n’à quai stecca… Ghe poeu i addetti ai riscaldament che a scaldà poc g’han un tant per cent alura sui treni che viagia i magutt per risparmià, scalden minga del tutt, cusì adess cun l’undada del fred se riva a Milan com’è tant surbett… El sucurs invernal … lasemela bui m’el fan paga de giugn e de lui… ma lur el fan per l’interes nost cusì l’an passaa l’en pagaa anca d’agost E l’è tutt quest el servizi “ esemplar “ e quel che la ditt, l’è un bel sumar…(a) Cancello, cancelletto, anticamente steccato che veniva costruito innanzi alle porte delle fortezze
Vengono confermate alcune inefficienze che tuttora permangono: riscaldamento scarso, finestre a tenuta non stagna, affollamento. Non so decifrare il riferimento al “sucurs invernal”, magari qualche viaggiatore sa sciogliere il mistero.
Dopo cent’anni anni i disagi che si leggono sui vari giornali e le lettere dei pendolari sono ancora attuali.
You must be logged in to post a comment Login