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Cultura

IL SACRO MONTE E LA SUA CRIPTA

OVIDIO CAZZOLA - 14/06/2013

Progetto e dirigo da decenni lavori di restauro di numerosi edifici storici soprattutto religiosi, in particolare nel territorio varesino. Ormai da trent’anni seguo i restauri del complesso della Collegiata di Castiglione Olona con situazioni diverse da affrontare e risolvere: dal recupero di quanto è stato celato da interventi innovativi successivi al suo impianto millenario, alla reintegrazione necessaria strettamente alla conservazione delle testimonianze del passato, alla protezione delle opere.

Il lavoro di restauro di architetture, affreschi, sculture inserite nelle opere murarie richiede sempre un’attenta ricerca storica per reperire documenti, per conoscere e capire eventuali interventi precedenti, per leggere in luogo la consistenza esecutiva dell’impianto originale. Gli interventi che si sono succeduti nei secoli possono avere inciso sulla consistenza artistica o anche prevalentemente storica delle opere.

Il nostro compito è quello di recuperare la situazione originaria, a volte, non infrequentemente, modificata con sovrapposizioni ormai secolari che non possono e non debbono essere rimosse.

Sono tutte queste presenze un valore storico e artistico incancellabile che deve convivere con l’impianto più antico di testimonianze artistiche ed umane.

Non vi può essere radicalismo nel restauro, ma attento e delicato rispetto. Non possono essere invece sopportati quegli interventi modificativi, integrativi o addirittura sostitutivi che dall’800 in poi, per amore malinteso o per presunzione hanno modificato l’originalità della storia del nostri monumenti su cui noi, uomini d’oggi, abbiamo bisogno per riflettere, per creare nel presente quanto possiamo, per indicare i percorsi possibili del futuro.

I problemi che oggi si pongono per il recupero della Cripta del Santuario sono di notevolissima portata. Sono stati presentati nei giorni scorsi e ricordati sulle pubblicazioni di RMFonline e di ArteVarese da Paola Viotto http://www.rmfonline.it/?p=12501 e da Clara Castaldo.

Lo stato della Cripta è estremamente delicato ed è stato già oggetto nel passato di interventi di salvaguardia che giustamente oggi si ritiene necessario modificare. È grande il desiderio di rendere rivisitabili i luoghi di una particolare e da noi tanto amata storia religiosa sulla vetta di questa montagna. Così attrattiva nei secoli per chi chiedeva di soddisfare qui il suo bisogno di ascesi spirituale.

Noi sentiamo la necessità di partecipare, oggi, a questa vicenda secolare. Di diventarne parte.

Restauriamo quindi con delicatezza. Tutta Santa Maria presenta necessità di delicatezza. La perdita di importanti presenze di edifici religiosi, l’avvento a fine Ottocento dell’accoglienza alberghiera in vista di splendidi paesaggi, ci obbligano ancora di più, oggi, a valorizzare la storia e la qualità di quanto il tempo ci consegna.

Le previste operazioni di recupero, valorizzazione e restauro dovranno particolarmente evitare decisioni che anche recentemente in Santa Maria sono state inopportunamente adottate. Quanto sarà innovativo, in mancanza di testimonianze residue, come le pavimentazioni, dovranno essere, come mi pare previsto, naturalmente legate ai materiali in pietra del luogo. Gi impianti tecnici utili per la conservazione, il servizio, la visita non dovranno essere realizzati con noncuranza o astratta radicalità tecnologica come si è fatto in vicinanza con manomissione di pavimentazioni, murature ed intonaci.

Ogni tentazione verso la perfezione intesa come oggi si è troppo abituati a fare ma non applicabile alle opere del passato, dovrà arrestarsi alle necessità solo essenziali di recupero, conservazione e conoscenza della storia e delle sue opere. L’obiettivo non può essere prevalentemente quello di favorire un richiamo desideroso di conoscere un luogo così particolare. Ma quello di meditare su una vicenda di donne e uomini che qui hanno elevato la loro vita.

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