Ho letto con molto interesse nella bella rubrica “Accadde 100 anni fa” su “La Prealpina “l’articolo di Roberta Lucato riguardante il nostro capoluogo, così come tutti i centri della Provincia.
Vale la pena la citazione: “È iniziata la stagione della villeggiatura, i forastieri stanno arrivando a frotte e tra pochi giorni riaprirà il Grand Hotel al Campo dei Fiori: numerose sono le prenotazioni da ogni parte di Europa: è tutt’altro che facile trovare, a una simile latitudine, moderne attrazioni e comodità di comunicazione”. Nell’articolo si parla anche del Palace Hotel al Colle Campigli: la clientela è vastissima e cosmopolita, le prenotazioni fioccano da ogni dove.
Soprattutto stupisce la preoccupazione per la direzione delle strutture: sono mister che arrivano dai più importanti alberghi di Montreaux, di Sanremo, di Lugano. Di fronte a questo improponibile confronto con i nostri tempi gli atteggiamenti possono essere autoflagellatori per le risorse disperse nel secolo oppure speranzosi per una possibile rinascita.
Tre erano i fattori determinanti allora per la scelta delle nostre strutture: la comodità delle comunicazioni e delle fruizioni, il patrimonio naturalistico, la managerialità. Su questi ultimi due aspetti si può contare sicuramente ancora nel 2013: ad esempio il Palace lo sta dimostrando e in quanto ai valori naturali per fortuna essi sono stati non completamente oscurati dalla speculazione del dopoguerra. Anzi la città e la provincia offrono sicuramente degli aspetti che cent’anni fa erano sull’orlo del baratro. Incuria, stato di abbandono di chiese, pievi, monumenti storici oggi fioriscono grazie a FAI, Touring, comitati locali: nuove attività di tipo economico sono nate con successo innegabile, che non vanno classificate di interesse solo regionale.
Oggi il turismo viaggia sui portali dei siti web. Tripadvisor orienta le scelte di turisti alla ricerca di ristoranti, hotel, bed and breakfast e attrazioni di una provincia o regione. Perdono peso nello zaino dei turisti i volumi e con smartphone possiamo avere davanti a un nostro monumento la più completa delle descrizioni. Se poi si riuscirà a fare qualcosa con le comunicazioni il nostro turismo dovrà riscoprire soprattutto la managerialità sia privata che pubblica. L’Expo del 2015 è un evento imperdibile per fare riemergere il nostro turismo.
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