Nel giro di pochi giorni siamo stati ospiti dei mass media nazionali per due situazioni ben diverse e decisamente inopinate, ma entrambe bene adatte a indicare il livello della crisi che noi comunità stiamo attraversando anche in relazione al senso di responsabilità. Mi riferisco alla bagarre in consiglio comunale per il voto sulla revoca della cittadinanza onoraria concessa nel 1924 a Mussolini e allo sconsiderato comportamento di non pochi tifosi della Pallacanestro Varese al palasport di Masnago dopo che la squadra, decimata dagli infortuni e stremata per gli sforzi prolungati, aveva lasciato il passo ai ben più collaudati giocatori di Siena.
La violenta reazione verbale e le minacce a un giornalista RAI sono un pessimo segnale e pure un sgarro contro la società che sta riannodando i fili di una grande, meravigliosa storia sportiva della città.
A Palazzo Estense è accaduto invece che la maggioranza per pochi voti abbia respinto la richiesta dei PD di revocare la cittadinanza onoraria concessa a Mussolini. Il tutto dopo che un esponente della Giunta aveva pubblicamente elencato le opere buone in campo sociale del dittatore, gran parte delle quali realizzate dopo il 1924, da noi in particolare nel 1927 ci fu l’istituzione della provincia. Nel 1924 Varese ebbe semmai la prima autostrada al mondo, realizzata con forte impegno dal governo fascista che aveva colto l’importanza dell’idea e del progetto dell’ingegner Puricelli di Bodio Lomnago.
Nel 1924 l’Italia era già sotto il tallone di Mussolini: Giacomo Matteotti, deputato socialista che contestava coraggiosamente il fascismo, fu assassinato senza conseguenze per il governo.
Certo, l’ordine, anche a Varese, cominciava a regnare, il mondo del lavoro stava dalla parte di chi lo garantiva, ma avevamo perso la libertà e si era alla vigilia delle leggi speciali che avrebbero cancellato tutti i più importanti diritti.
Il centrodestra odierno è ben lontano dai suoi nonni, ma ogni tanto si dimentica che essi sono stati anche inaccettabili liberticidi e di avere avuto enormi responsabilità in ordine alle guerre, tutte di aggressione, che hanno scatenato.
Ma a guardare bene l’intera comunità nazionale sembra abbia dimenticato le nostre guerre coloniali, iniziate verso la fine dell’800, che hanno causato un mare di morti nell’Africa Orientale e in Libia.
Le stragi più vergognose avvennero però nel 1937 in Etiopia, dopo che due indipendentisti lanciarono bombe a mano contro il viceré Rodolfo Graziani che rimase ferito. Migliaia e migliaia di abissini furono trucidati per vendetta, si arrivò a massacrare ben più di cinquecento giovani monaci a Debre Libanos: erano copti, quindi per noi fratelli cristiani. Mussolini ebbe precise personali responsabilità, al pari di Graziani. Perché cito questo episodio? Perché nell’Italia democratica per anni i compaesani del generale hanno tentato di dedicargli un museo!
Non so quanto potrebbe giovare alla nostra crescita un Mussolini depennato dall’albo dei cittadini onorari, sarebbe certamente il riconoscimento di un errore, ma accade che nulla facciamo in generale per educare al rispetto, per diffondere la cultura della democrazia: dopo decenni e decenni non c’è ancora comune consapevolezza di ben più gravi errori e di indegnità finite nel dimenticatoio. Altro che la cittadinanza onoraria a Mussolini.
Nel nostro Paese siamo in molti a ritenerci l’ ombelico del mondo, tutti si crede che gli italiani siano brava gente, che il mio partito, a differenza del tuo, sia il depositario della verità. In realtà resteremo senza speranza se già dalla scuola non avremo ricuperato con una assennata ricostruzione anche la storia dei tanti e troppi attentati ai diritti e alla libertà altrui. Perché, parafrasando un detto latino, non solo se non ha soldi, ma anche se non ha memoria l’ uomo è immagine della morte.
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