Persone ti assistono, lo fanno con amore: con gesto garbato ti lavano e profumano ravviano i tuoi capelli.
I tuoi occhi vedono, le palpebre annuiscono, sono le tue parole. La luce dei tuoi occhi è richiamo irresistibile.
Nel tuo corpo statico vive un cuore: ne sentiamo i battiti, certi che ci ascolta, quando ci parlerà?
Non si può star lontani, ci richiami alla vita vera, purifichi i nostri sentimenti, disperdi sogni vuoti davanti a te siamo piccoli.
Un trauma improvviso, un destino crudele ti ha fermato la vita nel pieno degli anni spegnendo i tuoi sogni.
Non conosciamo la dura tragedia che stai attraversando. incapaci di penetrare Il tuo forzato silenzio.
Fatichiamo a trovare parole e gesti per lenire il tuo cuore, mentre ti avvolge un alone di tenerezza.
Osiamo interpretare i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, ma resta forte il dubbio: sapremo ascoltarti?
Ci soccorra la fede, pregando chiediamo: non venga meno la fiducia in quell’Alleato fedele, che non abbandona.
***
Al “Molina” di Varese c’è un reparto di persone in coma,la maggior parte in stato vegetativo,alcune con minima coscienza. Una donna di trentasei anni, moldava, colpita da emorragia a ventotto anni, è affetta da paralisi completa dell’organismo che rende impossibile qualsiasi movimento,lasciando intatte le facoltà intellettive; muove solo le palpebre,dicendo sì quando le alza,no quando le abbassa. È madre di due bimbe che vivono in Moldavia con la nonna, il marito è sparito.
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